Frattini: «Rigore contro il terrorismo»

«In ambito Isaf (la missione Nato in Afghanistan, nda) aleggia il sospetto che l'associazione di Gino Strada dia manforte ai talebani» sostiene l'ex generale Fabio Mini, che comandò la forza multinazionale in Kosovo. Difficile credere che il personale di Emergency sia coinvolto nel terrorismo, ma non si può escludere che fra i suoi dipendenti afghani ci siano delle male merce. Magari qualcuno attratto da un lauto guadagno o pesantemente minacciato dai talebani. Nascondere delle cinture esplosive, all'insaputa dei responsabili dell'ospedale, potrebbe non essere impossibile. Il ministro degli Esteri Franco Frattini si è mobilitato, ma ha subito messo le mani avanti facendo sapere che «il governo italiano ribadisce la linea di assoluto rigore contro qualsiasi attività di sostegno diretto o indiretto al terrorismo».
Gino Strada, bravo come chirurgo ma discutibile in veste da agit prop, ha tirato fuori la solita storia. «Emergency in Afghanistan, e soprattutto in quella regione, è un testimone scomodo» di quanto fanno le «forze di occupazione e una specie di governo» ai danni della popolazione. Secondo il fondatore di Emergency «l'attività umanitaria della ong e le denunce quotidiane a difesa delle vittime sono all'origine delle accuse agli operatori arrestati a Lashkar Gah».
Americani e inglesi hanno il dente avvelenato non solo con Emergency. È un segreto di Pulcinella che negli ospedali di Emergency corrono anche i talebani per farsi curare le ferite. Il problema è che gli operatori italiani non usano la riservatezza di altre organizzazioni umanitarie indipendenti come la Croce rossa internazionale. A raffica denunciano ai quattro venti le tragedie della guerra e puntano il dito contro i soldati della Nato. Spesso in maniera troppo unilaterale. Uno degli arrestati, l'infermiere capo Dell'Aira, raccontava al sito di Peacereporter, il 23 marzo: «Continuiamo a vedere elicotteri da combattimento sorvolare la zona. Continuiamo a sentire aerei da guerra sfrecciare veloci, continuiamo a sentire boati di esplosioni. E continuiamo a ricevere feriti, dalle zone di Marjah e Nadalì. Soprattutto feriti da mina. Dall'inizio di marzo ne abbiamo avuti ben ventiquattro: più di uno al giorno. E per noi non sono numeri: sono visi, storie, famiglie, e sempre tanta sofferenza». Nelle zone di Marja e Nadalì americani e afghani stavano portando avanti l'operazione Mostarak, per spazzare via un piccolo califfato talebano nella provincia di Helmand.
Inoltre non bisogna dimenticare che Emergency e il suo mediatore, Ramatullah Hanefi, sono stati coinvolti nella liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo rapito nel 2007, sempre a Helmand. In cambio cinque tagliagole talebani sono stati rilasciati dalle galere di Kabul.

Hanefi era finito in carcere arrestato dal potente Amrullah Saleh, che sosteneva di avere le prove della sua collusione con i talebani. Il governo Prodi lo ha fatto liberare, ma Saleh si è legato l'affronto al dito meditando vendetta.
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