«FRIENDS» SI SPEGNE STANCAMENTE

«FRIENDS» SI SPEGNE STANCAMENTE

Assistere alle ultime stagioni affannose di Friends (lunedì su Raidue, ore 21) e parlarne male è come sparare sulla Croce Rossa. Quindi evaderemo in fretta la pratica confermando l'ovvio, ovvero tutto quello che qualunque persona dotata di un minimo senso critico e non appartenente agli «ultrà Friends» (qualunque prodotto televisivo ha i suoi fan curvaioli) vede con chiarezza: la serie è da tempo alla frutta, gli strapagati attori sono sempre più anagraficamente «fuori quota» rispetto all'atmosfera giovanilistica della sitcom, la stanchezza dei dialoghisti è evidente e in questi casi la decisione di chiudere giunge sempre troppo tardi rispetto alle avvisaglie di crisi che c'erano da un bel po'. Detto questo, il discorso da fare oggi si sposta di qualche grado, e lo imposteremo così: ora che le battute di Friends arrivano sempre più stiracchiate e prevedibili, al punto che sorriderne è diventato quasi un atto di fede in ricordo dei bei tempi che furono, appare clamorosamente stridente e ancora più irritante l’uso delle risate in sottofondo, espediente in uso nella maggior parte delle sitcom e non solo (si veda ad esempio Striscia la notizia). Le risate preregistrate possono ancora essere sopportate, fino a farci l'abitudine e a considerarle un acquisito elemento-base del programma che stiamo vedendo, fintanto che l'efficacia comica regge. Esaurita l'efficacia, viene voglia di dare ragione a quanti contestano per principio l'uso delle risate finte. Il succo della loro irritazione è semplice: perché devo ridere a comando, o nel migliore dei casi sotto suggerimento? Non sono in grado da solo, io telespettatore, di decidere se e quando una battuta mi fa ridere o meno? C'è bisogno per forza dell’«aiutino» dei programmisti, una sorta di istigazione coatta alla risata? In genere i responsabili televisivi che difendono la scelta delle risate finte le motivano con la necessità di scaldare l'ambiente televisivo (per sua natura freddo) a maggior ragione in occasione di programmi o situazioni comiche che non prevedono la presenza del pubblico. Però di recente aumentano gli esempi di sitcom divertenti e ben fatte, tipo Camera Café, in cui si è avuta la forza e il coraggio di eliminare le risate in sottofondo senza che questo pregiudicasse il divertimento o si avvertisse alcun tipo di freddezza.

Lì le battute funzionano, il ritmo è quello giusto, gli attori sono su di giri e si ride senza bisogno di comandi o suggerimenti. Anzi, l’assenza di tale tipo di mistificazione televisiva viene generalmente considerata un motivo in più per godersi questa sitcom senza interferenze fastidiose.

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