«Fu solo Alessi il carnefice di Tommy»

Accuse più lievi pure per la convivente dell’assassino

Andrea Acquarone

da Bologna

Fu uno solo il carnefice di Tommy. Ed è quel muratore che in tv piangeva e si disperava dicendo che i «bimbi sono come degli angeli». Che lui mai e poi mai avrebbe potuto far del male «a un innocente». Due mesi dopo il rapimento e l’omicidio di Tommaso Onofri, il piccino di 17 mesi rubato ai genitori dalla sua casa di Casalbaroncolo in una sera di fine inverno, ora anche i giudici del Tribunale del riesame di Bologna puntano l’indice su quest’uomo dal torbido passato e dal futuro da ergastolano.
Sarebbe lui, Alessi - il muratore quarantaquattrenne che lavorava alla ristrutturazione del cascinale del papà di Tommy, e che incastrato dal suo complice indicò agli inquirenti dove trovare il cadavere del piccolo -, l’unico responsabile di questa tragedia che ancor oggi reclama un perché.
Il capo d’imputazione nei suoi confronti è quello di omicidio volontario, mentre per Salvatore Raimondi, il compare dai nervi meno saldi, e forse anche un barlume di coscienza, i giudici del Riesame - presidente Alberto Albiani, a latere Alessandro Arceri e Silvia Munari - hanno attenuato l’accusa: delitto come conseguenza non voluta del sequestro. Così come per la compagna di Alessi, Antonella Conserva, mamma di un bambino di otto anni, ma anche e soprattutto la donna che avrebbe dovuto accudire il piccolo ostaggio.
In sostanza, il Tribunale delle libertà ha confermato il provvedimento del Gip, alleggerendo tuttavia, rispetto alla tesi dei magistrati della Dda di Bologna, la posizione di Raimondi, il primo a confessare dopo essere stato fermato dai carabinieri. Da quel momento uno scambio di accuse reciproche tra lui e il muratore venuto dalla Sicilia. Ciascuno a negare il proprio coinvolgimento diretto nel delitto, entrambi a rimpallarsi la responsabilità della morte di questo bimbo dagli occhi dipinti di chiaro. Per questo motivo i giudici hanno disposto «la formale scarcerazione dell'indagato», ma limitatamente all'accusa di omicidio: Raimondi, comunque, resta in carcere per l'accusa del sequestro del piccolo Tommy con l'aggravante della sua morte come «conseguenza non voluta».
I colleghi dell’Antimafia si dicono soddisfatti: «Questo provvedimento costituisce una lettura molto attenta e assolutamente condivisibile delle risultanze processuali. Noi comunque continuiamo a lavorare perché l’inchiesta non è chiusa», manca ancora qualche tassello a questo sporco e macabro puzzle. Forse anche qualche arresto. Il movente, ovvero l’estorsione da un paio di milioni di euro ai danni di una famiglia che difficilmente avrebbe potuto pagare, non convince del tutto gli investigatori. Così come le modalità di un piano partorito da balordi con poco cervello ma tanta ferocia.
Al vaglio dei magistrati resta anche quella strana storia di riciclaggio raccontata dall’amico e capomastro di Alessi, Pasquale Barbera, indagato a piede libero per concorso in sequestro. Un giro di denaro sporco, da reinvestire a San Marino per circa 70 milioni, soldi gestiti da mafiosi dell’Est europa e di cui il papà di Tommaso era a comoscenza. Meglio: lui stesso avrebbe dovuto partecipare all’affare.
Per questo l’inchiesta non può dirsi chiusa. Si apre invece uno spiraglio di luce per Salvatore Raimondi. Potrà evitare probabilmente il carcere a vita. «Ci hanno creduto, la strada è ancora lunga ovviamente, ma intanto ci hanno stralciato dall’accusa più grave, non possiamo che essere soddisfatti». Gioisce Franca Uggeri, suo avvocato difensore. I giudici hanno stralciato nei confronti di Raimondi l’accusa contenuta del terzo comma dell’articolo 630 del Codice di procedura penale, ovvero quella di aver provocato la morte del piccolo sequestrato. Resta tuttavia l’aggravante del secondo comma, la morte come conseguenza non voluta, contestata anche alla convivente di Alessi, Antonella Conserva, per la quale è prevista una pena fino a 30 anni di carcere.

La versione dell’ex pugile dilettante con problemi di droga resterebbe dunque la più plausibile: dopo il sequestro Alessi sarebbe rimasto solo in via del Traglione ad attendere la convivente, e lì avrebbe ucciso il piccolo Tommaso quando il complice si era già allontanato.

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