«Fu Vanessa a piombare sulla punta dell’ombrello»

«Fu Vanessa a piombare sulla punta dell’ombrello»

«Doina non voleva uccidere, si è solo difesa. Anche io sono intervenuta per fermare Vanessa che stava per aggredire Doina». C.I., la minorenne romena accusata di concorso morale nell’omicidio di Vanessa Russo, la ventitreenne romana trafitta ad un occhio dalla punta di un ombrello il 27 aprile scorso, ha confermato ieri al procuratore dei minorenni Roberto Thomas la propria versione sui fatti avvenuti nella stazione Termini della metropolitana ed ha anche simulato la scena di quello che ha indicato come il tentativo di difesa della sua connazionale.
All’interrogatorio, che si è tenuto nel carcere minorile di Casal del Marmo, ha preso parte anche la madre di C.I., Nicoletta, arrivata appositamente dalla Romania. La donna, che alla vista della figlia si è messa a piangere, ha avuto anche un malore ed è stato necessario l’intervento di un medico. Dopo l’interrogatorio la madre di C.I., che ad un emittente del proprio Paese avrebbe dichiarato di non aver mai saputo che la figlia si prostituisse, si è intrattenuta con la ragazza alla presenza di uno psicologo. Nel ricostruire la dinamica del colpo che ha ucciso Vanessa, C.I., assistita dall’avvocato Carlo Testa Piccolomini, ha descritto la traiettoria del braccio alzato da Doina Matei per «difendersi dall’aggressione di Vanessa» sottolineando che «non si è trattato di un colpo diretto all’occhio; il braccio si è allargato dal basso verso l’alto».
La stessa Doina, nel respingere l’accusa di omicidio volontario, aveva detto che per ripararsi dalla foga di Vanessa aveva alzato la mano che impugnava l’ombrello sulla cui «punta è piombata Vanessa». Anche ieri l’avvocato Testa Piccolomini ha ribadito che «l’accusa di concorso morale in omicidio per C.I. non trova fondamento negli atti di indagine esperiti e contrastano con la versione di un teste il quale sostiene di aver visto la minorenne romena intervenire per bloccare Doina Matei».
Contro le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti delle due romene è stato proposto ricorso al Tribunale della libertà. Oggi potrebbero essere fissate le date per l’esame delle richieste di revoca delle misure restrittive.


Il pm Sergio Colaiocco nei giorni scorsi aveva disposto una perizia tossicologica sulla giovane vittima per capire se Vanessa avesse assunto sostanze psicotrope. I difensori delle due romene, alla luce di questo ulteriore passo della Procura, hanno chiesto di accertare se la stessa Vanessa Russo abbia subito ricoveri presso comunità terapeutiche.

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