Ma la fuga di cervelli è figlia della politica dei prediletti

Se è sbagliato e colpevole assumere un raccomandato incapace solo perché sostenuto da qualcuno, è pur vero che la segnalazione di un amico, o di un collaboratore fidato, deve pur contare qualcosa

A vedere il bicchiere mezzo pieno, è una buona notizia che il 40 per cento delle imprese si affidi ai curriculum, più che alle segnalazioni, per assumere: infatti è diffusa la convinzione che si trovi lavoro soltanto se si è raccomandati. Mai avere certezze per sentito dire, dunque, come mai seguire regole grammaticali obsolete. (Ho scritto curriculum, invece del plurale curricula, formula giusta quanto snobbettina per far sapere che si conosce il latino: ma, come scriviamo «gli sport» invece di «gli sports», perché dovremmo sempre declinare il latino?)
Chiusa la parentesi e la digressione linguistica, la faccenda delle segnalazioni e dei curriculum non può essere chiusa in un pro o contro categorico. Se è sbagliato e colpevole assumere un raccomandato incapace solo perché sostenuto da qualcuno, è pur vero che la segnalazione di un amico, o di un collaboratore fidato, deve pur contare qualcosa. Può essere una garanzia, una strada più breve e più sicura nella ricerca di personale, quanto meno un condividere la responsabilità con un altro al quale casomai poter dire «mannaggia a te».
E tuttavia, se dovessi essere messo di fronte a un aut aut - o soltanto segnalazioni o soltanto curriculum - direi solo curriculum. Anche se è più faticoso. Anche se i curriculum bisogna leggerli, analizzarli, verificarli sulla carta e in un faccia a faccia. Anche se, così, si fa un piacere soltanto al prescelto e non al prescelto e al segnalatore. In compenso, i vantaggi sono due, rilevanti.
Primo, a meno di non prendere una cantonata gigantesca, si hanno maggiori probabilità di trovare la persona giusta per l'incarico, e ne guadagnano sia l'azienda sia chi ha fatto la scelta. Secondo, si combatte quella stagnazione nel mercato del lavoro che è uno dei problemi di questo nostro Paese.
La fuga dei cervelli, per esempio, è anche un frutto delle segnalazioni/raccomandazioni proprio nel campo in cui dovrebbe prevalere sempre il merito: il concorso universitario, dove ben difficilmente vincono i più bravi, i più titolati, quasi sempre superati dai prediletti, dai prescelti, dai parenti e dagli amanti. Se è così in un campo in cui per legge dovrebbero regnare il rigore e la giustizia davvero bendata, figurarsi cosa può accadere nel settore privato e in incarichi del pubblico impiego dove conta meno la specializzazione.


Ma, ahimè, la ricerca di Unioncamere e del ministero del lavoro ci dice che il fenomeno dell'assunzione per segnalazione è aumentato di oltre il 10% nell’ultimo anno. E quel che è peggio si tende, naturalmente, a dare la colpa alla crisi, invece che al nostro sistema sociale.
www.giordanobrunoguerri.it

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