Fuga di notizie, indagati Consorte e il pm Toro

Stefano Zurlo

da Milano

La «controinchiesta» dei Pm di Perugia su Antonveneta si allarga. E la caccia alle talpe si fa sempre più imbarazzante: a tener compagnia, nel registro degli indagati, al presidente del tribunale di sorveglianza di Milano Francesco Castellano arrivano ora il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e il presidente dimissionario di Unipol Giovanni Consorte. I due sono accusati di rivelazione di segreto d’ufficio. Per la magistratura questo è un cortocircuito: Toro è infatti il titolare di fascicoli delicatissimi, a cominciare da quello che riguarda la scalata dell’Unipol di Consorte alla Bnl e proprio in questo filone Consorte è indagato per aggiotaggio. Perugia ha prima acquisito gli atti dell’inchiesta romana e ora apre un’indagine sull’indagine. Dalla capitale si replica con un comunicato che è un attestato di fiducia a Toro: «Ho seguito personalmente con il collega lo sviluppo delle indagini - afferma il procuratore capo Giovani Ferrara - non ci sono state lacune: una cosa sono i fatti una cosa sono le chiacchiere. Non è detto che per questo provvedimento Toro debba lasciare il coordinamento delle indagini». Insomma, per il momento tutto va avanti come prima.
Il sospetto, tutto da verificare, è però pesante: Toro avrebbe girato informazioni riservate a Castellano che a sua volta le avrebbe consegnate a Consorte. Un pasticcio scivolosissimo e al centro della scena due toghe, Castellano e Toro, da tanti anni in buoni rapporti e in sintonia all’interno di Unicost, la corrente moderata della magistratura italiana. Castellano, sotto inchiesta per rivelazione di segreto e millantato credito, è stato interrogato il 30 dicembre scorso per 3 ore. In quell’occasione i colleghi di Perugia hanno scoperto almeno un po’ le carte. E si sono soffermati su una telefonata fra Consorte e il suo vice Ivano Sacchetti, datata 12 luglio. «Ho appena lasciato il nostro amico di Milano, il mio amico di Milano», dice Consorte a Sacchetti. Per i Pm «l’amico di Milano» è proprio Castellano che Consorte ha incontrato poco prima alla stazione di Bologna. Come mai quel meeting? Castellano è stato a Roma, ha visto Toro, ma sulla strada del ritorno verso Milano si ferma a Bologna. «È andato giù - prosegue Consorte - ha imparato altre robe... Allora uno di questi qua hanno fatto un esposto, dicendo che noi abbiamo utilizzato i soldi degli assicurati per l’operazione». Il riferimento è alla scalata Bnl e all’esposto presentato dalla banca spagnola Bbva per bloccare l’Opa Unipol.
Come a volte capita nelle intercettazioni, le parole non sono proprio trasparenti ma in un passaggio si intuisce che l’amico di Milano ha avuto le notizie da una terza persona, forse Toro: «Il consiglio è... dice "Guarda, siccome stiamo facendo una cosa eccezionale... - lui gli ha raccontato e quindi quelli sono molto contenti - cercate di evitare qualunque tipo di connessione"». Castellano ha ammesso i colloqui con Toro ma li ha definiti ininfluenti, chiacchiere basate sugli articoli di giornale. A Perugia la pensano in un altro modo e le risposte del giudice non sono sembrate convincenti.

Il lavoro di scavo proseguirà il 13 gennaio con gli interrogatori di Toro e Consorte.
Intanto il Pool milanese si rafforza: Carlo Nocerino affiancherà Francesco Greco, Giulia Perrotti e Eugenio Fusco nell’analisi, sempre più imponente, dei documenti Antonveneta.

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