A fuoco un’industria chimica: tre operai feriti

Un boato violentissimo, poi fiamme alte, inizialmente indomabili, ieri alla Barlocher Italia di Lodi, che produce additivi chimici per la plastica. Il bilancio sarà di tre operai ricoverati all’ospedale Maggiore con ustioni di primo e secondo grado, quattro ore di lavoro per i vigili del fuoco di mezza Lombardia oltre che allerta per la nube che, subito, si è sprigionata alta nel cielo. E diversi residenti, soprattutto in serata, sono stati colti da forte bruciore agli occhi.
Erano da poco passate le 16 quando lo scoppio viene avvertito in mezza città. A saltare in aria è un reattore in fase di lavorazione per la miscelazione di diluenti, resine ipossidiche estremamente infiammabili con stearato di zinco. I centralini di carabinieri, polizia e pompieri impazziscono perché la zona in cui si trova l'azienda, lungo la Lodi-Borghetto Lodigiano, è visibile ai tanti residenti nei palazzi circostanti. Non basta: il sito è obiettivo terroristico sensibile oltre che realtà da anni a rischio di incidente rilevante. Immediatamente, al 118, vengono segnalati dei feriti. Subito giungono tre squadre di pompieri ma dalle 18.30 saranno all'opera ben 30 vigili del fuoco. Da Milano, dopo i primi ragguagli, vengono inviate anche squadre regionali specializzate per incidenti chimici, nucleari, batteriologici e radiologici. Scatta il piano di sicurezza interno e una forte luce azzurra inizia a lampeggiare lungo tutto il perimetro aziendale.
Intanto la viabilità va in tilt. La gente, lungo la Provinciale 23, non sa se procedere o meno: ha paura. Si va a singhiozzo, l’arteria verrà chiusa alle 17 e, di conseguenza, la via Emilia va in tilt. Le auto procederanno per ore a passo d'uomo. Intanto, sulla città si sparge una densa nube nera e molti accusano bruciore agli occhi. L'Arpa non si fa attendere. L’agenzia regionale per la protezione ambientale inizia a setacciare la zona per prelevare campioni significativi dell'aria e dell'acqua di spegnimento delle fiamme «per verificare, come dovuto per legge - sottolinea Flaminio di Girolamo, responsabile provinciale Arpa -, che quanto liberato dall'incidente sia proprio quanto è stato dichiarato come in fase di lavorazione.

E quindi non ci siano gravi pericoli per la popolazione». I risultati non tarderanno: entro domani saranno pronti quelli dell'acqua, tra una settimana quelli relativi all'aria. Sequestrata l'area, indaga la Magistratura.

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