Tranquilli meccanici di giorno, truffatori e ricettatori di auto nel tempo libero. La polizia municipale ha sgominato due bande di italiani residenti a Milano specializzate in contraffazione, ricettazione di veicoli e truffe alle assicurazioni e ai cittadini. Le indagini, sfociate in due distinte operazioni, hanno consentito il recupero di 73 veicoli rubati, lesecuzione di 8 provvedimenti di custodia cautelare (7 italiani e 1 tunisino), la denuncia di 57 persone allautorità giudiziaria, e il rinvenimento di attrezzatura utilizzata per compiere i furti di veicoli, per la contraffazione dei telai e per la produzione di documenti di circolazione contraffatti. Inoltre sono stati posti sotto sequestro 4 officine e 173 motori di auto. Il sistema messo in atto dalle organizzazioni criminali fruttava annualmente ai malfattori un giro daffari illecito per alcuni milioni di euro.
Le inchieste, durate un anno e mezzo e condotte parallelamente, sono state coordinate dal sostituto procuratore Maria Teresa Latella e svolte dal comando di zona 4 e dal Nucleo problemi del territorio della polizia municipale.
La prima inchiesta è nata intorno allattività di unofficina meccanica in via Fabio Massimo, tra la zona del Corvetto e il comune di Nosedo. In manette sono finiti il titolare, Michele Tiano, di 63 anni, Raffaele di Cuonzo, di 50 anni, lo specialista dei furti e alcuni abili meccanici: Antonio di Nunno, di 59, Giovanni Parisi, 63 (che era già in carcere); è ancora ricercato invece un tunisino di 34 anni. Lorganizzazione era specializzata in auto di grossa cilindrata come Ferrari, Porsche, Mercedes, Bmw e Maserati che venivano smontate e «taroccate» con pezzi di ricambio dello stesso tipo, recuperati perlopiù da auto uguali ma incidentate in modo irreparabile.
Il secondo filone dellindagine dei vigili è nato invece da unofficina in via Cafiero (zona Maciachini) dove i titolari realizzavano furti in prossimità di un centro direzionale, nelle aree utilizzate come parcheggio. A san Vittore sono finiti Roberto Caraffa, di 46 anni, il titolare, Antonio Gualtieri, di 29, il socio, e un ricettatore 36enne Ignazio Marrone. A tutti gli arrestati viene contestato il reato di associazione per delinquere.
I furti erano condotti con particolare abilità anche grazie a finte rimozioni di auto in sosta e usando un dispositivo che interferisce con i telecomandi e impedisce la chiusura delle auto, lasciandole in balia dei ladri.
Entrambe le organizzazioni si servivano regolarmente di ricettatori per «piazzare» il materiale che rinvenivano sui mezzi rubati, come pass per disabili, computer, borse e navigatori.