RomaGiorgio Stracquadanio carica cinque ministri a narici fumanti ma si fracassa la testa contro quella, assai più resistente, di Silvio Berlusconi che lo accusa di aver lanciato «offese abnormi». E al rappresentante del Pdl non resta che recitare latto di dolore e rinnegare la sua Stracquadanios list.
In unintervista al Corriere della Sera, parlando dei giorni difficili per il governo di centrodestra, il deputato stila un elenco di buoni e cattivi. O meglio di chi dimostra a sufficienza sostegno al capo del governo e di chi invece appare ambiguamente mimetizzato. E così definisce il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, «freddino, defilato» quasi «un estraneo nel Pdl» pronto a «riciclarsi».
Poi ci sono i titolari dei dicasteri dellIstruzione, Mariastella Gelmini, e degli Esteri, Franco Frattini. Entrambi colpevoli di stare «zitti e buoni» ma soprattutto di essersi dati da fare per «convincere Berlusconi che un accordo con Fini fosse ancora possibile». Ora che quella possibilità è definitivamente sfumata se ne stanno «in disparte». Una scelta che per Stracquadanio potrebbe preludere a un abbandono del premier, tanto che si chiede retoricamente: «No, dico: dove vanno senza Berlusconi?».
Dopo aver lodato gli «infaticabili e fedelissimi» Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, e Ignazio La Russa, ministro della Difesa, Stracquadanio lancia una stoccata al ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna. Il suo silenzio, drammatizza il deputato, «è il silenzio di una donna in difficoltà» divisa tra Berlusconi e il finiano Italo Bocchino. Infine tocca a Stefania Prestigiacomo, ministro dellAmbiente, «indecisa tra il Pdl e Forza del Sud di Miccichè».
Ma il quadro dipinto da Stracquadanio lascia di stucco il premier che lo gela. «Leggo con stupore sul Corriere della Sera dichiarazioni di un deputato che attacca e offende persone a me vicine che ho chiamato nella squadra di governo dove operano benissimo e alle quali peraltro voglio particolarmente bene - sbotta Berlusconi - È tale labnormità di quelle offese che non intendo commentarle».
A Stracquadanio non resta che coprirsi il capo di cenere e chiedere scusa attraverso il suo quotidiano online «Il predellino»: «Non ho mai pensato di offendere nessuno. Ho cercato di dare la sferza ad amici che considero tra i migliori esponenti politici del mio partito e che non mi sono apparsi allaltezza della situazione. Tutti conoscono la mia lealtà al premier con cui spero di potermi spiegare.
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