Sarà per il tacco a spillo che dimprovviso simpadronisce dello schermo; sarà per il seno che linquadratura trasforma da adolescente a sensuale, sarà che è pur sempre la sorpresa larma vincente della seduzione eppure chi se laspettava Charlotte Gainsbourg, così diafana così eterea così letteraria, svestita neppure fosse una Lolita, sublimata dal bianconero e dalla penombra, accompagnata dalla sua canzone che spiega lamore a Parigi, notturno, lentissimo, estenuante. Allora ci vuole il fisico per sorprendere, e ci vuole imperfetto proprio come il suo, che su tutto si appoggia tranne che sulle forme tradizionali, cioè il seno da novanta o i fianchi matronali o le gambe lunghe da qui a lì velate di seta.
Perciò il video di 5:55 è un gioiello da sera che risplende senza luci e senza trama, visto che è il susseguirsi di inquadrature che hanno solo il gusto di compiacere, di spiegare che lattrice, figlia di Serge e Jane Birkin, lanciata da Zeffirelli e coccolata da Inárritu, si è presa cinque minuti e 55 di malizia ed eccoveli qui, così spontanei che uno neppure si accorge che il regista dietro alla telecamera è Yvan Attal, il suo compagno da 15 anni alla faccia di chi pensa che leros sia solo fulmini.CHARLOTTE GAINSBOURG - 5:55 (Warner)
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