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Galassi e Fragomeni: la nostra boxe all'attacco

I pugili italiani sono costretti ad emigrare per combattere. Nel prossimo mese la regina dei mosca andrà a Città del Messico. L'ercolino milanese si batterà in Germania in un match selvaggio. A 42 anni è vicino il ritiro, ma lui non ci sente: «Cos'è? Roba da mangiare?»

Pugili con la valigia. Ormai è la sorte dei boxeur italiani. Una volta solo maschi, ora anche le femmine. Sarà storia nel prossimo futuro. Simona Galassi, ovvero «Romagna Queen», peso mosca, con fisico da passerella sta per partire alla volta di Città del Messico, dove l'11 marzo difenderà il suo titolo Wbc contro Mariana Juarez, peperino pugilistico di quelle parti che la Galassi dovrà metter sotto con la sua invidiabile tecnica.
Nella saga delle sfide sportive fra Italia e Germania, vuole inserire i suoi guantoni Giacobbe Fragomeni. A 42 anni il pugile milanese si prepara infatti a sfidare sul ring il tedesco di origini serbo-albanesi Marco Huck per il titolo mondiale dei pesi massimi leggeri Wbo, il 2 aprile ad Halle, nei dintorni di Dortmund. «Non mi aspettavo questa occasione e non voglio perderla», dice Fragomeni, che ormai potrà contare i suoi match. Potrebbe essere l'ultimo, ma l'interessato ci scherza. «Ritiro: cos'è, si mangia? Mi sento meglio di quando avevo 25-30 anni».
Dovesse andare male lo attende una sfida per il titolo europeo lasciata in stand-by. «È il mio quinto incontro mondiale e non sarà facile, ma sono più determinato e deciso della prima volta: i tedeschi si ricorderanno di me», è l'avvertimento di Fragomeni che si è trasferito da Milano a Langhirano per farsi allenare da Maurizio Zennoni. «A Milano - scherza il pugile, affatto nostalgico della città - dovevo correre in campagna per scappare dalle pantegane, a Langhirano mi faccio inseguire dai caprioli...». E mangia prosciutto e parmigiano. Per i nostri pugili, che vedono pochi quattrini e ancor meno possibilità di combattere, queste sono le piccole soddisfazioni della vita.

In cambio di pugni in faccia.

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