Galliera bis, la guerra dei numeri I vertici: niente tagli ai posti letto

Il nuovo ospedale Galliera avrà 560 posti letto, non uno di più, né uno di meno. E costerà 180 milioni, il 12% in più rispetto ai 160 indicati nel primo studio di fattibilità. I 46 milioni per i rischi di scostamento finanziario e di scontamento temporale previsti dalla società consulente del Galliera e gli 80 milioni di interessi di mutuo bancario, non rientrano nelle spese di costruzione dell’ospedale.
«Facendo il mutuo ci sono degli interessi da pagare, così come avviene sempre, e questi saranno pagati con i risparmi gestionali dell’ente». Adriano Lagostena, direttore generale dell’ospedale Galliera respinge le critiche mosse da alcuni consiglieri regionali della sinistra (FdS, Sel e Idv) che avevano giudicato l’operazione economicamente insostenibile, con costi complessivi lievitati del 50 per cento a fronte di una riduzione dei posti letto, da 560 a 437, rimarcando invece la priorità di fare un investimento a Ponente. Non solo, nelle cinque interrogazioni presentate ieri in Regione, si chiedeva di far chiarezza su un piano economico e finanziario del nuovo progetto ancora nebuloso e che non era arrivato in Regione. Soprattutto di valutare l’opportunità di un investimento tale in un momento in cui i tagli alla sanità sono particolarmente pesanti.
«Il piano finanziario esiste, è concreto, responsabilizzante - ha ribattuto Lagostena -. È stato elaborato da uno dei primi advisor finanziari al mondo, Deloitte, secondo valori certificati dalla Regione che sono i bilanci dell’ente. Non è né bello, né brutto, è un piano sostenibile». Dopo che al Regione ha fatto sapere di non essere in grado di sostenere un impegno superiore ai 53 milioni di euro, Deloitte ha elaborato un nuovo piano, sostenibile per il Galliera, che - assicura Lagostena - è stato inviato a Palazzo Fieschi il 27 gennaio. «Siamo in attesa di osservazioni da parte della Regione. È tempo di prendere una decisione e disuperare lo scoglio economico finanziario. Genova ha bisogno del nuovo ospedale, si merita sistemi efficienti».
Il protocollo d’intesa per il nuovo Galliera risale al 2008. Allora lo firmarono il presidente dell’ente ospedaliero, il cardinale Angelo Bagnasco, il governatore Claudio Burlando, il sindaco Marta Vincenzi e il presidente della Provincia, Alessandro Repetto. «Nessuna segreta stanza» ribatte il direttore generale che torna di nuovo sulle cifre dei posti letto. «Sono 321mila ciascuno e non 411mila, costo inferiore al Felettino. L’ospedale di Padova con 970 posti letto è costato 600 milioni, quellod i Pordenone per 600 posti letto, 180 milioni. Il Sant’Anna di Como 160 milioni per 589 posti letto». Attualmente il Galliera è dotato di 489 letti omnicomprensivi, dalla culla al day ospital. I 560 sarebbero in netto aumento rispetto a prima. «Questi sono i numeri veri», ribadisce il direttore generale, precisando che il suo ente ha i bilanci in pareggio dal 2007.
Ancora cifre, ma questa volta sui tempi della realizzazione del nuovo Galliera nel caso in cui venisse dato subito l’ok: ci vorrebbero 18 mesi prima di iniziare i lavori e nella peggiore delle ipotesi 60 per finire il nuovo nosocomio. «È tempo di partire, il mondo va avanti», ha concluso Lagostena.
«Invitiamo il direttore generale del Galliera a rileggersi il progetto preliminare del Nuovo Galliera, presentato il 10 maggio 2010 ed approvato in conferenza dei servizi il 24 agosto 2011 - ribattono a tono i consiglieri di sinistra -, dove si dettagliano tutti i posti letto che sarà il nuovo ospedale e si dice che “sarà dotato complessivamente di 437 posti letto” contro i 560 attuali».

Il progetto preliminare del Galliera bis, continua la nota di Idv, Sel e Fds, dimensiona tutte le previsioni tecnico-edilizie su 437 posti letto e cioè 123 in meno di quelli originariamente previsti e stabiliti dal consiglio regionale nella sua programmazione. Ma il Galliera controreplica: «I posti letto del Nuovo Ospedale sono 560 e non 437. Nei 437 posti letto non vengono conteggiati quelli destinati a Day Surgery, Day Hospital e ad Alta intensità di cura».

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