"Game of Sforza", i 50 anni che fecero grande Milano

Il monologo del drammaturgo (in tour da dieci anni) dà voce a intrighi e amori dei Signori di 500 anni fa

"Game of Sforza", i 50 anni che fecero grande Milano
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Avvincente come una puntata di Games of Throne (Il trono di spade), Game of Sforza, i 50 anni che sconvolsero Milano conquista il pubblico da dieci anni. Torna stasera al Castello Sforzesco (ore 21) il racconto dei Signori che governarono Milano 500 anni fa. I fatti realmente accaduti, i dialoghi romanzati ma verosimili nel racconto costruito da Davide Verazzani che è insieme il drammaturgo, l'unico attore e il regista. "Il mio è uno storytelling, un monologo di un'ora e mezza inframmezzato solo da qualche minuto di buio". Ci sono gli intrighi, il potere, l'arroganza e il sesso ma anche l'amore e la bellezza, tutti gli elementi di una storia fantasy "che però sentiamo molto vicina a noi perchè quei personaggi ci somigliano e cinque secoli fra loro e noi non sono una grande distanza". C'è il grande amore fra Ludovico il Moro e Beatrice D'Este. Nonostante il loro fosse un matrimonio combinato lui amò perdutamente la giovane sposa, che morì di parto, dando alla luce il terzo figlio, a soli 22 anni. "Quel dolore lo devastò a tal punto che non riuscì più a seguire gli affari di Stato e perse il ducato. Ludovico era un politico astuto e spregiudicato ma non seppe risollevarsi dopo la morte dell'amata".

Il ducato milanese era molto ricco, ambito da molti. Gli Sforza non arrivarono in città da nobili. Francesco Sforza, padre di Ludovico e Gian Galeazzo, era un soldato di origini romagnole. Diventò duca perchè, dopo i territori delle Marche, conquistò Milano e sposò l'ultima dei Visconti, Bianca Maria. "Ecco in cosa li sentiamo simili, hanno incarnato l'orgoglio del fare e fatto splendere la città. Dal nulla si può realizzare qualcosa, con i propositi e l'impegno".

Se Milano è Milano, la grande città di oggi, gli Sforza hanno il merito. "In 50 anni diventa una delle corti più belle del mondo - ha documentato Verazzani - Parigi al confronto era un borgo. Alla sfarzosa corte milanese arrivarono, chiamati da Ludovico il Moro, il Bramante e Leonardo, svariati musicisti e cantori".

Leonardo vi resta per più di 15 anni, scrive il suo Codice Atlantico (conservato oggi alla Biblioteca Ambrosiana), dipinge la Vergine delle Rocce, La dama con l'ermellino e l'Ultima Cena. Poi progetta una statua dedicata a Francesco Sforza a cavallo che non verrà mai realizzata. "Ma da quei bozzetti fu in seguito costruito il Cavallo di Leonardo che oggi si trova all'Ippodromo e che è perfino più piccolo del progetto iniziale".

Lo spettacolo di questa sera va in scena nel cortile del Castello, sorta di viaggio nel tempo, in quella che fu la dimora di Gian Galeazzo e Ludovico.

I loro genitori, Francesco e Beatrice D'Este, abitavano a Palazzo Ducale (oggi Palazzo Reale) accanto al Duomo quando il Castello era adibito a caserma.

La biglietteria apre alle 20 e c'è ancora la possibilità di acquistare qualche biglietto.

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