Il Garante pronto alla precettazione

I tassisti in rivolta rischiano anche 500 euro di multa. E l’estrema sinistra li attacca: «Le loro azioni inaccettabili»

da Roma

Rischio precettazione per i tassisti che continueranno a dare vita a blocchi spontanei e ad altre forme di proteste. Un altolà ufficiale è arrivato ieri dal presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi Antonio Martone. Una nota della commissione chiede la cessazione delle proteste perché, si spiega, l’unico sciopero legittimo è quello di martedì prossimo. Se gli autisti continueranno, il garante sarà costretto a «segnalare al ministro dei Trasporti e ai prefetti il pericolo di un pregiudizio grave e imminente al diritto costituzionale alla mobilità e a richiedere l’adozione dei provvedimenti previsti dalla legge». Oltre alla precettazione, i tassisti che disubbidiranno rischiano fino 500 euro di multa, ha spiegato Martone.
A proporre una mediazione ieri è stato il Codacons. L’associazione dei consumatori che nei giorni scorsi aveva annunciato esposti contro i tassisti che hanno lasciato a piedi migliaia di persone, ieri ha invitato la categoria a effettuare uno «sciopero bianco» e a manifestare insieme agli stessi consumatori l’11 luglio davanti a Palazzo Chigi. La riforma, secondo il Codacons, non penalizza i tassisti.
L’ipotesi di sanzioni non piace alle associazioni degli artigiani. «Eviterei le minacce e l’inasprimento del confronto. Non si tratta di una guerra - ha commentato il segretario generale della Cna Giancarlo Sangalli -. L’Italia è stata per anni bloccata dagli scioperi dei treni e dei mezzi pubblici, se per qualche giorno c’è una manifestazione dei tassisti non mi pare una tragedia. Il problema è trovare il modo di confrontarsi senza il bisogno di buttare benzina sul fuoco».
Di parere opposto il centrosinistra. A partire dalle frange più estreme, di solito ben disposte nei confronti delle lotte dei lavoratori, anche quelle più dure. Le forme di protesta dei tassisti sono «assolutamente inaccettabili», ha commentato il senatore del gruppo Verdi-Pdci, Dino Tibaldi. «Forme di protesta che contravvengono alle più elementari regole sull’esercizio del diritto di sciopero di un servizio di pubblica utilità - spiega -. I tassisti in gran parte accampano il diritto al mantenimento di privilegi dettati unicamente da una logica corporativa che nulla hanno a che vedere con le strumentali denunce di un loro reale danneggiamento».
Proteste «esagerate» anche per Roberto Villetti, socialista della Rosa nel pugno, mentre per il leader radicale Roberto Capezzone «il diritto allo sciopero è, appunto, un diritto da rispettare, garantito dalla Costituzione. Ma lo sciopero selvaggio, in violazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici, è illegale».


Anche il coordinatore dell’esecutivo della Margherita Antonello Soro si iscrive al partito dell’ordine: «A quanto pare - osserva - le associazioni dei tassisti non vogliono il confronto, ma solo lo scontro, quando invece sarebbe auspicabile uno sforzo di tutti per evitare il perdurare del blocco che sta danneggiando sia i cittadini, sia i tassisti».

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