Garelli, i «piloti» alla guida del marchio Nei piani c’è anche un modello elettrico

da Milano

«Da Milano sono partiti gli stimoli più concreti che si traducono nel sostegno delle massime entità culturali e artistiche della città, come testimonia la nostra partnership con il Teatro alla Scala, e il finanziamento di istituti di ricerca medica avanzata, come la creazione delle Bmw Research Unit-Hsr, presso il San Raffaele».
E proprio alla Scala, dove un concerto della Filarmonica diretta dal maestro Daniele Gatti, ha celebrato il decennale della presenza della filiale della casa automobilistica bavarese nella metropoli (il quartier generale è a San Donato), il presidente di Bmw Group Italia, Andrea Castronovo, ha ripercorso i momenti più significativi di questi anni.
«In questo periodo - spiega - abbiamo anche affiancato il Fondo ambiente italiano nel recupero delle nostre bellezze architettoniche. Dal 2001 siamo inoltre impegnati nel progetto Bicocca con l’obiettivo di rendere fattibile l’impiego dell’idrogeno, quale vettore di energia a impatto zero nella mobilità. Con il Politecnico è quindi decollato un progetto che mira al miglioramento delle infrastrutture stradali, soprattutto urbane, per la sicurezza della circolazione delle moto. Con la partecipazione al centro studi sul traffico dell’università Bocconi (Certet), portiamo il nostro contributo alla formulazione di progetti che mirano alla fluidità del traffico». Insieme al decennale, Bmw ha celebrato anche il lancio della nuova Serie 7, l’ammiraglia di lusso simbolo di eleganza sportiva e di esclusività nella sua forma più innovativa. «È un modello - dice Castronovo - che apre una nuova era fatta di un design diverso, elegante, dalle linee pulite. Questa Serie 7 propone, poi, tantissime innovazioni tecnologiche e un’agilità incredibile, nonostante le dimensioni».
Presidente, è un momento «nero» per l’economia mondiale. Anche il mercato dell’auto è in forte sofferenza...
«Il segmento premium cala più velocemente se confrontato al mercato. In questo contesto noi guadagniamo quote rispetto ai concorrenti. Ma quando un mercato, come quello italiano, scende così tanto non dobbiamo aspettarci risultati in volume superiori sul 2007».
Soffre anche il leasing, molto importante per un costruttore premium?
«C’è un approccio diverso al credito. Le finanziarie chiedono maggiori garanzie, come anticipi più alti. Non si prendono più rischi. Non vedo, però, scostamenti importanti a livello di sofferenze o un trend in calo. Abbiamo una clientela che se decide una cosa è perché è nelle condizioni di farlo».
Quale messaggio di sfida ha lanciato il vostro quartier generale di Monaco?
«Quello che il 2009 sarà un altro anno difficile e di prepararci alla tempesta, uscendone però a testa alta e con una flotta pronta ad affrontare l’auspicata ripresa prevista nel 2010».
Parliamo di modelli, ora. Al Salone di Parigi abbiamo vista la Bmw X1 e la Mini Crossover...
«X1 rappresenta un ampliamento della gamma Sport activity avviato con X5.

Per Mini Crossover il discorso cambia: è la prima Mini che esce dal solco storico delle vetture prodotte. Un modello diverso, dunque, lungo oltre 4 metri e con 4 porte ma nella filosofia Mini. È rivolto a un pubblico sensibile al design, attirato dalla dinamicità Mini che vuole un’auto più imponente».

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