MilanoUna grigliata in riva al Ticino. Alberto Stasi mangia di gusto insieme agli amici, la foto finisce dritta su Facebook nelle ore concitate del verdetto. Ciascuno è libero di pensarla come vuole, di fatto Stasi continua la sua vita di sempre, il processo intanto, anche se è abbreviato, si allunga più di un elastico. «Si accusa sempre la giustizia - ha spiegato il gup di Vigevano Stefano Vitelli - perché è lenta, ma in casi come questi non importa se si allungano i tempi: quel che conta è fare approfondimenti su ogni aspetto».
E così, al posto della sentenza che non arriva, ecco una raffica di perizie, di esperimenti, di nuove testimonianze. Il giallo di Garlasco torna alla casella di partenza: ci vorrà pazienza, lestate raffredderà i già complessi accertamenti.
Lordinanza del giudice può essere letta in due modi. Complementari. Cè anzitutto la critica, senza sconti, allapparato investigativo: La Procura di Vigevano e i carabinieri hanno raccolto numerosi elementi, ma il giudice, che deve avere il culto della prova scientifica, non si fida. O comunque non vuole correre rischi, non vuole scivolare sui pedali della bicicletta di Alberto o sul suo pc. Daltra parte, paradossalmente, proprio il lavoro di scavo potrebbe portare acqua al mulino dellaccusa e della parte civile. È il ragionamento che sviluppa Gian Luigi Tizzoni: «Con i miei consulenti - spiega lavvocato della famiglia Poggi - abbiamo prodotto una documentazione imponente, affiancando a quella raccolta dai militari dellArma. Capisco però le perplessità del giudice, anche perché molti elementi tecnici non sono stati raccolti nel contraddittorio fra le parti e dunque può essere giustificata una verifica». Un controllo sui cui risultati Tizzoni non ha dubbi: «Vedremo quel che ci diranno i luminari interpellati. Ma credo sia difficile immaginare sorprese sul computer di Alberto: il ragazzo quella mattina non ha scritto nemmeno una pagina della sua tesi e le eventuali alterazioni degli investigatori non possono aver cancellato dati che evidentemente non cerano. Pure gli studi ulteriori disposti sul percorso compiuto da Alberto in casa Poggi arriveranno a una sola conclusione: era impossibile calpestare quel pavimento senza sporcarsi di sangue».
Insomma, se è vera questa ipotesi, allora il giudice potrebbe passare al setaccio tuto il materiale probatorio e poi riutilizzarlo al momento del verdetto dopo averne saggiato la tenuta sul piano scientifico.
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