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Gas, dossier Usa su affari tra Putin e Berlusconi Wikileaks: gli scandali danneggiano il premier

Secondo il Nyt il legame tra i due Paesi è "la richiesta di stabili forniture energetiche". Il premier: "Non ci sono assolutamente interessi personali". Il Pd: smentisca in aula. Secondo il sito di Assange la diplomazia Usa avrebbe espresso preoccupazione per la salute del premier. Ghedini: "Sono solo chiacchiere di giornalisti di sinistra"

Gas, dossier Usa su affari tra Putin e Berlusconi 
Wikileaks: gli scandali danneggiano il premier

Roma - "Faccio solamente gli interessi dell'Italia". Con queste parole il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha liquidato la polemica montata in seguito alle rivelazioni di Wikileaks sui rapporti tra Roma e Mosca. Secondo quanto riporta il New York Times, il link tra i due Paesi è "la richiesta di stabili forniture energetiche". I cablogrammi relativi al presidente del Consiglio sarebbero 652 e 62 sarebbero in possesso del quotidiano spagnolo El Paìs. Il primo è datato 1 luglio 2001, alla vigilia del G8 di Genova; l'ultimo un'informativa del consolato di Milano del 17 febbraio 2010. Dispacci che da Niccolò Ghedini, avvocato del Cavaliere e deputato del Pdl, vengono definiti "chiacchiere di giornali di sinistra".

I contratti tra l'Italia e la Russia L'energia è il tema "più importante" nelle relazioni bilaterali fra Italia e Russia e "la richiesta di stabili forniture energetiche dalla Russia di frequente spinge l'Italia a compromessi su temi politici e di sicurezza". E in questo contesto l'Eni è centrale nell'azione del govenro in Russia. Ronald Spogli, l'allora ambasciatore americano in Italia, descrive così - secondo quanto riporta il New York Times - i rapporti fra Roma e Mosca, rapporti fatti anche da "relazioni personali fra i top leader", con una "linea diretta" fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Vladimir Putin che Spogli definisce "non ideale dal punto di vista dell'amministrazione" e che "costituiva più un danno che un beneficio".

La relazione di Spogli Descrivendo come "eccellente" la relazione bilaterale fra Usa e Italia, Spogli osserva come "sfortunatamente, gli sforzi di Berlusconi per 'riparare' la relazione fra l'Occidente e la Russia stanno minacciando la sua credibilità e diventando veramente irritanti nella nostra relazione". L'uomo "chiave di Berlusconi in Russia" è uno dei suoi più stretti collaboratori,Valentino Valentini. In un cablogramma datato 26 gennaio 2009, Spogli riferisce che "l'ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che il suo governo crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti che vengono da ogni gasdotto costruito da Gazprom, in collaborazione con l'Eni". Il governo italiano, aggiunge Spogli, "ha sostenuto gli sforzi dell'Eni e di altri giganti energetici nella creazione di una partnership con la Russia e Gazprom per una cooperazione di lungo termine": l'Eni esercita un "enorme potere politico" e in base ai report della stampa "noi riteniamo che il primo ministro Berlusconi garantisca a Paolo Scaroni maggior accesso quanto ne venga garantito al ministro degli Esteri". Spogli definisce "la visione dell'Eni sulla situazione energetica europea in modo preoccupante simile a quella di Gazprom e del Cremlino" e constata come "un membro del Pd" ha riferito "che la presenza dell'Eni in Russia supera quella dell'ambasciata italiana a Mosca che è a corto di personale".

Frattini: "Rapporti trasparenti" "Il governo italiano ha mille volte detto qual era la sua opinione sui rapporti con la Federazione russa e l'abbiamo fatto in modo pubblico e trasparente", ha commentato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. "Se ci sono stati personaggi che hanno contattato o che sono stati contattati per riferire indicazione diverse (da quelle del governo, ndr), queste persone hanno detto una cosa falsa", ha aggiunto il titolare della Farnesina, prima di lasciare Dubai per recarsi a Soci dove parteciperà, insieme a Berlusconi, al settimo vertice italo-russo. "Se Italia e Russia lavorano unite, abbiamo un potenziale enorme che molti ci invidiano. Dobbiamo smettere di guardare con sospetto alle relazioni bilaterali di grandi Paesi come l’Italia con la Federazione russa", ha proseguiti l'inquilino della Farnesina.

Dispacci sulla salute Si parlerebbe anche di feste e salute nei cablogrammi. "Italia: gli scandali fanno pagare un prezzo sulla salute personale e politica di Berlusconi". Sarebbe questo l’oggetto della email inviata a Washington alle 15.17 del 27 ottobre 2009 dall’ambasciatore Usa a Roma David Thorne. "Due personalità personalmente e professionalmente vicine a Berlusconi - è scritto nel paragrafo 3.(C/NF) - in conversazioni separate con l’Ambasciata, hanno recentemente descritto il primo ministro in termini sorprendentemente simili. Complessivamente, è il commento finale del dispaccio (paragrafo 10 C/NF), "gli scandali sessuali, le indagini penali, i problemi familiari e le preoccupazioni finanziarie risultano star pesando gravemente sulla salute personale e politica di Berlusconi così come sulla sua capacità di prendere decisioni".

Fonti italiane In un’altra conversazione con un funzionario d’ambasciata, un esponente politico dello stesso schieramento del premier afferma: "Siamo tutti preoccupati per la sua salute, basti pensare che Berlusconi è svenuto tre volte in pubblico negli ultimi anni". Lo stesso esponente, riferendosi ancora al Cavaliere, dice che "il fatto che faccia tanto tardi la notte, e l'inclinazione ai festini implicano che non si riposa abbastanza". Nel cablogramma si riportano poi due episodi che hanno riguardato direttamente l’attuale ambasciatore americano David Thorne. "Berlusconi- si legge - si è brevemente assopito durante la prima chiamata di cortesia dell'ambasciatore in settembre" (appena arrivato a Roma a sostituire il suo predecessore Ronald Spogli, ndr) ed è apparso "distratto e stanco a un evento del 19 ottobre a cui ha partecipato anche l’ambasciatore Thorne".

Le smentite Immediata la smentita dell'entourage del Cavaliere. Inizia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, uno degli uomini da sempre più vicini a Berlusconi. "È vero esattamente il contrario di quanto si legge sui siti che raccolgono le presunte rivelazioni di Wikileaks, dove peraltro il mio nome non compare. Di fronte alle voci ed alle insinuazioni che volevano un Berlusconi depresso e senza energia, ho sempre smentito - in ogni sede, pubblica e riservata - tale circostanza e affermato la pura verità. E cioè, che il presidente del Consiglio era ed è in piena forma, con la vitalità che tutti gli riconoscono e ha sempre affrontato ogni situazione con l’abituale determinazione e la grinta di sempre". Poi tocca a Gianni Cantoni, senatore del Pdl e presidente della commissione Giustizia: "Non capisco come sia uscito fuori il mio nome che sul Guardian non compare". Cantoni aggiunge: "Non ho mai rilasciato, né tanto meno commentato, né con funzionari generici né con ex ambasciatori Usa, affermazioni come quelle riportate circa la salute del premier".

Le elezioni del 2006 Nel tardo pomeriggio arrivano altre presunte rivelazioni dai file segreti diffusi da Wikileaks. Dai cablo dell'ambasciata Usa si evincerebbe che Berlusconi avrebbe chiesto l'aiuto dell'amministrazione Bush per vincere le elezioni del 2006. El pais scrive che i documenti mostrerebbero come nell'ottobre 2006 "il primo ministro italiano chiese specificamente all’ambasciatore Usa a Roma Ronald Spogli una riunione con Bush a Washington e di poter parlare davanti alla camere Usa riunite per migliorare le sua posizione in vista delle elezioni di aprile 2006". Nel cablo segreto Spogli affermava però che Berlusconi stava "otto punti indietro nei sondaggi" e che il suo governo era minato da "scontri interni e da una permanente recessione". Alla fine Spogli avrebbe raccomandato a Bush di agire con prudenza. "Dovremmo 1) offrire un elogio appropriato alla politica estera italiana senza pregiudicare i nostri rapporti con Prodi e  2) fare in modo che Berlusconi si impegni con noi sulla Russia e l’Iran". 

Ghedini: "Solo chiacchiere di giornalisti di sinistra" Arriva anche la presa di posizione dell'avvocato e deputato Niccolò Ghedini in cui afferma: "In relazione alle ennesime notizie tratte da Wikileaks, si deve ribadire come non siano null’altro, come già detto più volte, se non la rielaborazione di chiacchiere tratte dai giornali di sinistra, che sono smentite puntualmente e documentalmente da decine e decine di testimoni. Quelle che vengono definite come feste erano soltanto normalissime cene tra amici che sono avvenute solitamente di sabato, con al massimo cadenza mensile, e che mai hanno inciso sul lavoro del presidente Berlusconi». Ghedini conclude: «Il presidente è comunque in ottima salute e se in alcune occasioni può essere apparso stanco, ciò è dovuto soltanto, come può accadere a chiunque, per l’intensissimo lavoro correlato agli impegni politici e di governo. Chi, come me, ha il privilegio di lavorare con lui quotidianamente, può testimoniare la sua straordinaria capacità di lavoro e di resistenza alla fatica, fra l’altro conservando sempre un umore più che buono e un atteggiamento positivo anche nei momenti più complessi. Si tratta quindi di notizie destituite di ogni fondamento e assolutamente inverosimili che alcuni funzionari hanno cercato di corroborare millantando dichiarazioni di persone vicine al presidente che sono state immediatamente smentite dagli interessati". 

Dubbi sugli 007 italiani Sempre un esponente dello stesso schieramento del premier avrebbe confidato all'ambasciata americana a Roma che Berlusconi "crede che i servizi segreti italiani potrebbero avergli deliberatamente teso una trappola nel suo presunto affaire riguardante una minorenne".

Nel file si leggerebbe che il premier sarebbe stato convinto di non potersi fidare della sua stessa intelligence dopo il caso Marrazzo.

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