Mosca - Sembrava finita la guerra del gas. Ma sarebbe stato troppo semplice. A poche ore dalla riapertura ufficiale dei rubinetti il flusso di gas russo verso l’Europa in transito sull’Ucraina è scarso o del tutto inesistente. Lo lamenta la Commissione europea. "La situazione è molto difficile, i delegati della Commissione stanno lavorando duramente per persuadere le autorità russe e ucraine a pompare quanto più gas possibile attraverso tutte le condotte disponibili. L’Europa ha bisogno urgentemente del gas" ha dichiarato Ferran Tarradellas, portavoce del commissario Ue all’Energia Andris Piebalgs, annunciando che gli osservatori Ue "non hanno accesso libero ai centri di distribuzione del gas né a Kiev né a Mosca. È una condizione essenziale - sottolinea Tarradellas - per fare un lavoro di monitoraggio serio".
Per colpa di Kiev Puntuale l'accusa di Gazprom a Kiev: "Non ha aperto i gasdotti e ostacola i flussi, non possiamo erogare". Lo afferma il numero due del colosso russo, Aleksandr Medvedev, citato dall’agenzia Itar-Tass. "Il gas russo non arriva in Ucraina - ha detto il capocontrollore di Gazprom Aleksei Fiodorov - la Russia non ha cessato le forniture, ma l’Ucraina, per motivi ignoti, non accetta il metano. La pressione del gas dalla parte russa è stabile, ma oltre frontiera il metano non si muove, e quindi non può arrivare ai paesi europei". Alle 12,48 ora di Mosca (le 10,48 italiane), afferma la parte russa, il gas ha smesso di arrivare dalla stazione di Sudzha, nella regione di Kursk, oltre il confine ucraino.
Anzi no, degli Usa "La guerra del gas è stata orchestrata dagli Stati Uniti d’America". È la tesi del vicepresidente di Gazprom, Alexander Medvedev, che è tornato ad accusare l’Ucraina di rubare il metano diretto all’Europa dalle condotte, mentre il flusso pare non essere stato ripristinato, a poche ore dall’annuncio della riapertura dei rubinetti da parte di Mosca. "Ieri pensavamo che la porta per il gas russo fosse stata riaperta, ma viene bloccata di nuovo dagli ucraini - ha dichiarato Medvedev -. Sembra che stiano danzando al suono di una musica suonata non a Kiev ma fuori dal paese". Medvedev ha citato al proposito un accordo firmato da Ucraina e Stati Uniti, senza però specificare altro.
L'Ucraina ammette Kiev ha ammesso di avere bloccato il flusso di gas verso l’Europa per "le inaccettabili condizioni di transito" imposte dalla russa Gazprom. Lo ha riferito un portavoce della compagnia statale ucraina Naftogaz.
Rubinetti aperti Il colosso del metano russo Gazprom ha riaperto i rubinetti del gas diretto ai consumatori europei attraverso il territorio ucraino. Lo hanno comunicato portavoce di Gazprom all’agenzia Itar-Tass. La compagnia russa ha precisato che si tratta di volumi di prova diretti verso i Balcani, anche per stabilire le condizioni dei gasdotti dopo giorni di blocco. Il colosso dell’oro blu, secondo la televisione russa, inizia a immettere nel sistema 3 milioni 126 mila metri cubi all’ora per i consumatori della regione dei Balcani, per la Turchia e la Moldova. Il tutto dall’impianto di Sudzha sul confine russo-ucraino, dove pochi minuti prima erano entrati in funzione i compressori per il pompaggio.
Gli ordini Ieri il primo ministro russo Vladimir Putin aveva dato ordine a Gazprom di riprendere il flusso da oggi, alle 8 in punto italiane. Il tutto dopo che sia Kiev sia la Commissione europea hanno siglato il testo definitivo dell’accordo per la missione di monitoraggio internazionale lungo la via dell’oro blu che attraversa l’ex repubblica sovietica. Pare tuttavia che il via ufficiale sia arrivato qualche minuto dopo rispetto alle 8 in punto previste. Secondo una fonte di Ria Novosti, l’ordine alle 8.08 non era ancora arrivato. Ma erano già entrati in funzione i compressori.
Le 36 ore Gazprom chiede alla controparte ucraina Naftogaz di cominciare a fornire immediatamente metano ai clienti europei, senza attendere le 36 ore necessarie al transito delle cubature da un confine all’altro: lo ha detto il portavoce della compagnia energetica russa Serghei Kuprianov, citato dall’agenzia Interfax. Al momento del blocco, il 7 gennaio, "i tubi dei gasdotti ucraini erano pieni di gas russo" ha detto Kuprianov.
"Ora devono avere la pressione necessaria per garantire la fornitura sincronizzata del gas all’ingresso e all’uscita: vale a dire che appena noi diamo il gas in entrata, una analoga quantità deve uscire" ha detto il portavoce. "Perciò - ha aggiunto - ci stupisce la dichiarazione di parte ucraina che occorrono 36 ore per riavviare le forniture in Europa. Ciò non corrisponde al contratto vigente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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