Sessantanni di pittura sono tanti e Gastone Biggi, che ha ormai superato brillantemente gli ottanta di vita, può guardare al percorso e al lavoro fatto con legittimo orgoglio e senza la minima idea di posare il pennello da qualche parte. «E la pittura continua...» sintitola infatti la mostra alla Casa del Pane (Casello Ovest di Porta Venezia, corso Venezia 63, ingresso da piazza Oberdan) a cura di Gianluca Ranzi e che riassume lavventura artistica di uno dei protagonisti della storia dellarte astratta in Italia.
Sono cinquanta le tele esposte, le ultime dipinte appositamente per la Casa del Pane. Si tratta di una pittura che si svolge da sempre sotto il segno fondamentale dellaccordo forma-colore e dove lo spazio pittorico è concepito come un campo totale e ubiquo. Dice il curatore Gianluca Ranzi: «In essa è ribadita limportanza che assume la musica per Biggi: variazione di ritmi, contrappunti timbrici e sfumature tonali sono infatti termini del linguaggio musicale che possono essere pienamente adottati per le sinfonie di forma-colore presenti nella sua opera».
Nato nel 1925, Gastone Biggi è un caso esemplare nel quale riassumere la storia dellarte italiana a partire dal secondo dopoguerra. Esordisce facendo del realismo figurativo alla fine degli anni Quaranta, nellambito di Muccini e Vespignani, abbraccia successivamente lInformale europeo, in particolare con i cicli delle Cancellate e delle Sabbie. Nel 1960 fonda il «Gruppo 1» e segna il suo distacco dal soggettivismo informale nel nome di una ricerca pittorica legata alle teorie della percezione e alla psicologia della forma. Da questo momento in poi la sua pittura si pone come una forte alternativa alla Pop Art nel recupero delle potenzialità evocative del colore.
Pittore, insegnante, scrittore Biggi non ha mai rinunciato a riflettere criticamente sullarte antica, moderna e contemporanea e sul ruolo dellartista. La sua continua ricerca e la sua fedeltà al mestiere ne fanno ancora oggi un esempio di onestà intellettuale.
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