Gaza, salta il muro: 350mila palestinesi in Egitto. Mubarak ordina: non fermateli

Migliaia di palestinesi stanno passando dalla Striscia di Gaza (isolata e senza rifornimenti) nel Sinai egiziano (guarda il video) dopo che sono state aperte con l’esplosivo 7 brecce. A el-Arish per comprare cibo, farina e carburante

Gaza, salta il muro: 350mila palestinesi 
in Egitto. Mubarak ordina: non fermateli

Gaza - Oltre 350mila palestinesi sono passati stanotte e oggi dalla striscia di Gaza in territorio egiziano dopo che nei recinti sono state aperto con l’esplosivo almeno sette brecce. La televisione di Hamas, Voce di al-Aqsa, sta trasmettendo in diretta immagini che mostrano la popolazione mentre dal sud della striscia di Gaza si fa strada verso il Sinai egiziano. Secondo la emittente, non pochi palestinesi hanno ormai raggiunto la vicina città egiziana di el-Arish. La radio di Hamas, da parte sua, riferisce che a Gaza stanno entrando intanto, presumibilmente dall’Egitto, quantità di farina e forse anche carburante. La folla si è precipitata a comprare cibo, medicine, sigarette e carburante per far poi ritorno nella Striscia, a causa della penuria causata dal rigido blocco israeliano. Le guardie egiziane di frontiera e la polizia di Hamas non sono intervenute.

Lunghi tratti di frontiera distrutti Molti dei 14 km di frontiera tra Egitto e la striscia di Gaza sono stati distrutti da bulldozer e cariche esplosive. Lo ha detto una fonte dei servizi di sicurezza egiziani secondo la quale sono state udite numerose detonazioni lungo la linea detta 'Filadelfia' tra il Mediterraneo e il sud della Striscia. Almeno 2000 agenti delle forze di sicurezza egiziane erano stai dispiegati al confine ma durante lo sfondamento da parte dei palestinesi non sono intervenuti. La polizia egiziana tuttavia ha stabilito dei posti di blocco agli accessi di Rafah, in particolare sulla strada principale che conduce a el-Arich, la principale città del Sinai del Nord. "Raggiungono Rafah a piedi e fanno provvista di cibo, carburante e sigarette, poi tornano nella Striscia", ha detto un responsabile egiziano. Rafah è situata a cavallo della frontiera tra Gaza ed Egitto. Ieri nel corso di una manifestazione organizzata da Hamas - che controlla la Striscia di Gaza dal giugno del 2006 - organizzata per protestare contro il blocco imposto da Israele vi erano stati scambi di arma da fuoco e quattro palestinesi e una guardia egiziana erano rimasti feriti.

Il via libera dal presidente Mubarak L’Egitto ha consentito oggi l’afflusso pacifico e temporaneo dei palestinesi della Striscia di Gaza sul suo territorio: lo ha annunciato il presidente Hosni Mubarak, dopo che da stanotte, e dopo aver demolito larghi tratti del muro di confione, migliaia di palestinesi erano entrati in suolo egiziano. Mubarak ha detto che le forze di sicurezza egiziane hanno "accompagnato" i palestinesi di Gaza «"che subiscono una carestia a causa del blocco israeliano... ho detto loro di lasciarli entrare, sempre che non portino armi, perchè possano mangiare e acquistare prodotti alimentari e poi tornare a casa".

Israele preoccupato Non sorprende che Israele si sia detto preoccupato per gli sviluppi della situazione. Il governo Olmert, attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Arye Mekel, ha fatto notare che "la responsabilità del corretto funzionamento della frontiera è dell’Egitto, come dicono gli accordi siglati" e che pertanto Israele "si aspetta che gli egiziani risolvano il problema". A Tel Aviv sanno bene che in queste ore, lungo la frontiera tra Gaza e l’Egitto, oltre a generi alimentari e carburante stanno passando anche militanti di Hamas ai quali Israele aveva negato l’autorizzazione al rientro e, forse, anche attivisti di altre organizzazioni estremiste desiderose di alimentare la lotta armata contro lo Stato ebraico.

La Casa Bianca: colpa di Hamas Per gli Stati Uniti Hamas è responsabile della mancanza di beni primari a Gaza che ha spinto centinaia di migliaia di palestinesi ad entrare in Egitto dopo l’abbattimento del muro di confine al valico di Rafah. "I palestinesi di Gaza vivono in una situazione di caos a causa di Hamas - ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino - l’intera colpa deve essere addossata" al movimento islamico che controlla Gaza. Da venerdì scorso gli israeliani hanno praticamente messo sotto assedito la Striscia di Gaza bloccando i rifornimenti in rappresaglia per il lancio di missili verso Israele nord. Anche questo blocco per la Casa Bianca la responsabilità è interamente di Hamas: "Sono le azioni di Hamas, che lancia fino a 150 razzi a giorno, che hanno spinto Israele a mettere in atto il blocco".

L'Onu: stop agli attacchi contro Israele Una nuova versione della bozza di dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu su Gaza chiede "la cessazione immediata di tutti gli atti di violenza" a Gaza e nel sud di Israele, fra cui lanci di razzi contro lo Stato ebraico. 

La strategia di Hamas La scorsa notte Hamas ha pubblicato un documento in cui afferma che la dimostrazione organizzata ieri a Rafah da migliaia di donne palestinesi "è una espressione delle grandi sofferenze" patite dalla popolazione della Striscia. Hamas ha anche fatto appello "a tutto il popolo palestinese e alle masse arabe ed islamiche" affinchè si impegnino per la fine dell’isolamento imposto alla Striscia di Gaza. Un appello lanciato in primo luogo all’opinione pubblica egiziana affinchè costringa il presidente Hosni Mubarak a riattivare, dopo mesi di chiusura, il valico di Rafah fra Egitto e Gaza. Hamas ha quindi attaccato il presidente dell’Anp Abu Mazen (Mahmud Abbas) che ieri ha criticato i lanci di razzi da Gaza verso Israele. Isolato nel mondo arabo, privo di una piena capacità di manovra, impegnato in un confronto violento con l’Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen, il movimento islamico sta tentando di regionalizzare la crisi di Gaza, con lo spirito di chi non ha più nulla da perdere e deve tentare il tutto per tutto.

"È evidente che esportando la crisi in Egitto - ha spiegato l’analista Issam Nassar - Hamas ha inviato un messaggio a tutti i leader arabi mettendoli in guardia che non accetterà la disfatta senza reagire e che, se non ci sarà un intervento esterno su Israele, la questione di Gaza diventerà l’argomento del giorno nelle capitali della regione".

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