Gazzoni accusa la cupola: «Bologna in B, io rovinato adesso devono risarcirmi»

Il dirigente emiliano: «Sono un cavaliere che non può avere il libretto degli assegni». La Salernitana denuncia Lotito e la Covisoc: «Fortunato Moggi, ha perso solo il lavoro»

da Roma

Altra giornata di interrogatori per Francesco Saverio Borrelli e i suoi 007. Borrelli, che ha precisato di non aver visto l’intervista concessa da Moggi a Rai3, ha sentito in mattinata il presidente della Salernitana, Aniello Aliberti, che all’uscita dalla Federcalcio, dopo due ore di audizione e dopo aver consegnato 500 pagine di accuse al sistema, si è lasciato andare a un amaro sfogo: «Hanno ucciso ingiustamente la mia Salernitana, ma tanto sta venendo fuori il sistema truccato della Covisoc, una manica di cialtroni che mi hanno distrutto la vita. Luciano Moggi, che ho visto in tv, in confronto è un uomo fortunato, dal momento che ha perso solo il posto di lavoro».
Aliberti ne ha anche per la Covisoc e per la Lazio: «Il sistema Covisoc è rimasto uguale e gli uomini sono gli stessi. Perché non metterne di nuovi? La Lazio lo scorso anno per spalmare i debiti ha usato una legge dello Stato, alla quale aveva chiesto di poter ricorrere (carte in regola) anche la Salernitana. Ora la giustizia ordinaria mi sta dando ragione. Io, purtroppo, a Salerno non ho cinquemila «Irriducibili» da mandare in dimostrazione sotto l’Agenzia delle entrate. Del resto, Lotito telefonava agli ultrà alle 2 di notte per dire loro di andare a fare casino».
Ma ce n’è anche per la Juventus: «Noi siamo stati cancellati e anche il nostro parco giocatori. È successo che uno dei nostri ragazzi, Molinaro, preso dalla Juve a zero lire, dopo poche ore è stato ceduto in comproprietà al Siena. Nell’operazione i bianconeri hanno realizzato una plusvalenza di 1,2 milioni di euro».
A proposito di Lotito, un gruppo di azionisti, ex giocatori e tifosi biancazzurri, si è riunito nell’associazione «DifendiamolaLazio» che ha indirizzato una lettera aperta ad autorità sportive e politiche sulle tante ombre delineatesi attorno al processo che comincia oggi e alla posizione dei biancocelesti in particolare.
Sentiti dal vice di Borrelli, Maurizio D’Andrea, anche Lillo Foti, presidente della Reggina («La mia è una società indipendente da Juventus e Moggi») e Pietro Franza, presidente del Messina. Uscendo da via Allegri, il procuratore Stefano Palazzi si è fatto scappare solo un «Siamo alla vigilia di una giornata molto importante».
Intanto l’ex presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, è pronto a costituirsi parte civile nel procedimento penale che potrebbe scaturire dall’inchiesta dei magistrati napoletani Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci contro la cupola del pallone, subito dopo la sentenza della Caf. «Francamente non so ancora quantificare il danno che ho subito - dice Gazzoni - ma certamente non saranno due euro. La retrocessione in serie B del Bologna al termine della stagione 2004/05 determinò mancati introiti per circa 23 milioni di euro: all’esito sportivo seguì la cessione della squadra ad Alfredo Cazzola per la cifra di 1 euro». E poco dopo ci fu il fallimento della Victoria 2000, la società di Gazzoni Frascara che controllava il Bologna, con un crac finanziario di 20 milioni di euro.

«La retrocessione della squadra ha rovinato i miei affari e la mia reputazione - spiega Gazzoni - oggi sono un cavaliere del lavoro senza un libretto di assegni e senza una carta di credito: tutto per colpa della cupola». La nuova dirigenza del Bologna ha anche inviato al commissario Rossi un dossier sulla Reggina, che non avrebbe avuto i requisiti per essere iscritta in A.

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