Generali prepara il divorzio «morbido» da Commerzbank

La quota di capitale nel gruppo tedesco non sarà più strategica. Allianz «entra» in Piazzetta Cuccia e mantiene l’accordo con Unicredit

da Milano

Il divorzio di Generali da Commerzbank sarà inevitabile. E probabilmente anche quello dei tedeschi con Mediobanca. Non ci sono alternative dopo l’accordo per la cessione di Dresdner Bank da Allianz a Commerzbank. Un «giro» tutto tedesco che ha però conseguenze non da poco negli equilibri finanziari italiani: la prima è la crescita fino al 30% di Allianz, concorrente europeo di Generali, in Commerzbank, che della compagnia triestina è sia socia (1%), sia partecipata (8,6%), oltre che partner industriale nella bancassurance in Germania. La seconda e ancora più rilevante è il passaggio «in quota» alla stessa Allianz del pesante 1,7% che Commerzbank detiene in Mediobanca, con tanto di diritto di accesso al patto di sindacato. Senza dimenticare che Mediobanca è a sua volta il primo azionista delle Generali. Sembra un intreccio complesso, ma la sintesi è assai semplice: il mondo Allianz, acerrimo concorrente di quello Generali, da ieri occupa una posizione invadente e minacciosa proprio nei gangli del potere del sistema Mediobanca-Generali.
E a rendere più complessa la situazione c’è anche il rapporto di bancassurance in essere tra Unicredit ed Allianz (socio della banca con il 2,4%). Rapporto per il quale da Milano non si attende alcun cambiamento. Lo sottolineano fonti della banca guidata da Alessandro Profumo, citate dall’agenzia Apcom, secondo le quali «i rapporti più che amichevoli e di lunga durata con il gruppo Allianz non cambieranno per niente».
Il percorso del divorzio Generali-Commerzbank, ossia la chiave per avviare un nuovo equilibrio, è ancora tutto da definire. Quello che è certo è che Generali, e Mediobanca, faranno di tutto per far valere fino in fondo i propri interessi, in una trattativa che è già iniziata, affidata all’amministratore delegato Sergio Balbinot. E che ha come spauracchio quello dell’assemblea di Commerzbank, nella quale il voto delle Generali, grande socio con l’8,6%, è decisivo per il buon fine dell’operazione Dresdner-Allianz. D’altra parte, per sottolineare che nessuno ha intenzione di cedere posizioni, è ieri arrivato dalla Germania un proposito altrettanto chiaro e importante dal lato negoziale: Commerzbank non ha all’ordine del giorno la cessione dell’1,7% di Mediobanca. Che dunque resta l’arma in mano ad Allianz nella trattativa. La cui complessità è completata dalla presenza incrociata di manager nei consigli d’amministrazione: Balbinot siede in Commerzbank e Klaus Peter Mueller, numero uno del consiglio di sorveglianza di Commerz, a Trieste. Mentre Eric Strutz sta nel consiglio di sorveglianza di Mediobanca.
Per ora siamo alle schermaglie iniziali. Generali, la cui quota nel nuovo gruppo Commerzbank che nascerà dopo l’acquisizione di Dresdner sarà del 5,5%, ha già fatto sapere che la partecipazione è da ieri stata declassata da strategica a finanziaria. Primo passo verso la cessione. Tuttavia «per il momento», riferiscono fonti finanziarie, l’accordo di bancassurance arriverà fino alla scadenza naturale del 2010. «Detto questo - ha messo ieri in rilievo Balbinot - abbiamo anche manifestato la nostra disponibilità a discutere una soluzione sull’argomento che salvaguardi gli interessi di tutte le parti coinvolte», che non esclude a priori un’interruzione anticipata dell’intesa.


L’accordo di bancassurance in Germania vale per Generali non più del 5% del miliardo di euro di nuova produzione in quel Paese. Per questo il punto riguarda più gli equilibri «politici» che non quelli economici. E soprattutto il nuovo assetto europeo delle assicurazioni e della finanza.

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