Paola Balsomini
Ottantanove telefonate, decine di verbali, 280 pagine di intercettazioni. Sono queste le carte dellaccusa che verranno presentate al processo che andrà in scena sabato mattina a Milano per la presunta combine in Genoa-Venezia. La Disciplinare sarà presieduta dal vice Claudio Franchini e non dal presidente, di dichiarata fede rossoblù, Stefano Azzali, in ferie all' estero e che aveva già diretto il processo nella passata stagione per il «tentato illecito» di Stefano Bettarini, accusa da cui era poi stato prosciolto (la condanna era stata per «omessa denuncia»). «Assoluta insussistenza di quasiasi ragionevole fondamento causale nella cessione di Maldonado dal Venezia al Genoa». Il nodo dellinchiesta alla fine è tutto qui: il procuratore federale Emidio Frascione non ha creduto al passaggio del giocatore lagunare al club di Enrico Preziosi, motivazione ufficiale per i 250 mila euro ritrovati nellauto di Pino Pagliara, diesse del Venezia, durante un controllo dei carabinieri. «Non penserete - spiega il legale Franco Coppi - che Maldonado sia stato acuistato allultimo?». Ma proprio Maldonado sabato sera alla presentazione della squadra non si è presentato al Ferraris: niente accordo sullingaggio, niente passerella davanti ai sostenitori rossoblù. E così alla fine della battaglia tra le tesi dellaccusa e quelle della difesa («Le intercettazioni non possono essere utilizzate», spiega lavvocato Alfredo Biondi), saranno giudicati il Genoa, il presidente Enrico Preziosi, suo figlio Matteo, il d.s. Stefano Capozucca e per il Venezia l'amministratore delegato Franco Dal Cin, il d.g. Michele Dal Cin, lo stesso Pagliara e i calciatori Massimo Borgobello e Martin Lejsal, tutti per illecito sportivo, stessa accusa da cui dovranno difendersi le due società. A complicare il lavoro della cordata di Biondi però è stata proprio la confessione del portiere del Venezia Lejsal che ha ammesso di essere stato invitato a giocare dal primo minuto per evitare lintervento dellUfficio Indagini e di essere uscito alla fine del primo tempo per un infortunio inesistente. In realtà è proprio la «confessione» del portiere lagunare a complicare le cose, ma la difesa sosterrà che il problema fisico era reale ed era derivato da uno scontro con lattaccante del Genoa Nicola Caccia avvenuto nel primo tempo. Poi ci sono anche le intercettazioni ambientali con un colloquio tra Lejsal e lattaccante del Venezia Borgobello in cui si parla di una partita da non giocare e di «mezza squadra che non parte perchè si deve perdere». E ieri cè già stato un primo summit degli avvocati difensori nellufficio del legale di Preziosi, Crippa, mentre oggi ci sarà un altro incontro a Bologna a cui saranno presenti anche Biondi e lo stesso Coppi.
I numeri dellaccusa però continuano a crescere: secondo le carte depositate dalla giustizia sportiva nelle intercettazioni si intuisce anche un «sollecito» di pagamento. Pagliara, si legge nei documenti in mano alla giustizia sportiva, il 14 giugno dice: «Se no li faccio tornare in serie B direttamente...». Per sabato è già fissata ludienza del presidente Enrico Preziosi che dovrà rispondere per «responsabilità diretta» nellillecito: «emerge in modo evidente lattività posta in essere dal Preziosi (...) al fine di alterare il regolare svolgimento e il risultato della gara (...). A tale scopo il presidente del Genoa fissò anche due separati incontri con i suoi interlocutori, effettivamente avvenuiti i giorni 8 e 9 giugno 2005. «Non cè stata combine - spiega il legale Coppi - e Preziosi ha già spiegato alla Figc come sono andate le cose».
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