Genova aspetta il «Giro»

Il novantesimo Giro d'Italia torna a Genova con la tappa di arrivo al Santuario di N.S. della Guardia il 22 maggio. Il primo di luglio, poi, corso Italia e il centro saranno invase da u migliaio di biciclette per la Settimana Tricolore e la Pedalata Tricolore riservata a professionisti e appassionati. Il 5 agosto ancora Genova protagonista delle due ruote con il Giro dell'Appennino. Nei prossimi mesi il capoluogo ligure diventa capitale del ciclismo nazionale. Ieri, per presentare le iniziative in programma, il Comune ha invitato due grossi campioni del passato, le leggende Gianni Motta e Francesco Moser, che a Palazzo Tursi hanno ricevuto anche il Genovino d'oro da parte dell'assessore allo sport Giorgio Guerello presente insieme all'assessore regionale Fabio Morchio e al presidente dell'unione sportiva Pontedecimo Ivano Carozzino.
Per la prima volta la maglia rosa dovrà scalare la salita che dalla delegazione genovese porta al Santuario che domina la città. L'entrata della carovana del Giro d'Italia è prevista intorno alle 15 a Nervi dopo che i ciclisti, partiti da Viareggio, avranno percorso tutta la via Aurelia lungo il territorio ligure. L'arrivo al Santuario è in programma dopo circa un'ora e mezza, con un tragitto che vedrà impegnati i campioni del ciclismo internazionale lungo la strada a mare a Quarto, con toccata al monumento dei Mille, corso Italia, la Foce, corso Torino, corso Sardegna, corso De Stefanis, la strada nuova di Amaldoli, l'entroterra con l'uscita nel comune di Tensasco e il rientro a Pontedecimo. «Il favorito alla vigilia del Giro d'Italia - spiegano Motta e Moser - è Basso, ma è da tenere presente anche il modenese Ricò, Cunego e Simoni, che sono giovani fortissimi e in grado di vincere la maglia rosa. Pensiamo che sia un Giro adatto anche agli scalatori, considerato il tipo di percorso scelto per la novantesima edizione, e non soltanto per i velocisti».
I campioni del passato hanno poi fatto un'appello per l'uso del casco.


«Qualche volta non l'ho usato - dice Motta - e quando sono caduto, come capita a tutti, mi sono dovuto fare cucire con trenta punti alla testa. Consiglio quindi a tutti, sia giovani, sia adulti, di indossare il casco anche per le gite della domenica».

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