Genova, una città che sbaglia anche a scegliere le piante

Le palme di Genova non profumano. Avrebbero profumato oleandri e tigli che sono i tradizionali e non si capisce perché si è voluta africanizzare una città già maccaiosa.
Se le palme non profumano e non c’entrano niente con l'urbanistica della città, ci pensano i depuratori a «profumar di puzza» Genova. Nessuno assessore e tecnico del Comune si spiegava il perché, ma tutti sapevano, anche a Tursi, che sono i depuratori vecchi e mal-tenuti a spandere l'olezzo. Tant'è che, con grande ritardo, si devono spendere milioni di euro per il depuratore della Foce, vecchio e insufficiente; alla Foce dove il Comune ha iniziato i lavori per il riassetto e la messa in sicurezza del torrente Bisagno proprio durante il Salone Nautico e l'edizione quinquennale di Euroflora!
Un bel biglietto da visita per una città che viene detta dal sindaco & company una città turistica che sta per, sta per, sta sempre per.. entrare nel «tour» delle città d'arte. Basterebbe a questi «sociologi-amministratori» guardare numeri e statistiche per capire che i visitatori non aumentano sostanzialmente, che la città non viene presa in considerazione dagli operatori turistici, che Genova non è percepita come città che val la pena di «andare a visitare», da parte degli italiani e degli europei. Anche in campo crocieristico, sebbene Costa e Msc abbiano e facciano grandi sforzi, pochi sono i turisti che scendono per visitarla, preferendo ancora Portofino, il Tigullio, le Cinque Terre.
Avete mai veduto la Fiera di Genova dall'alto? Ebbene è un bruscolino di terribili capannoni industriali. Una vera miseria! Piccola e brutta, adatta solo alle fiere paesane come quella di Primavera. Ma il Comune assicura che Jean Nouvel la farà nuova e bellissima e più grande. Speriamo, e speriamo che sia un intervento integrale e che non comincino i veti incrociati come per «ogni cosa genovese».
Brutto il fatto che Genova abbia l'acqua potabile più «cattiva» d'Italia, brutto che Genova sia tra le città più rumorose d'Italia, brutto che Genova abbia la metropolitana più lenta e corta d'Italia e non attrezzata per i disabili, come del resto tutti i sottopassi e altre «amenità» a gestione pubblica. Metropolitana che, data la morfologia a pi greco rovesciato del territorio, non necessita di geni per capirne il tracciato per un vero snellimento del traffico, ma tant'è.
Poche le attrattive di Genova, oltre i palazzi e l'Acquario, perché non si possono mandare i turisti a Nervi dove i parchi e la passeggiata a mare, come del resto Corso Italia, sono trascurati e per niente attrezzati al godimento del mare e dell'aria pulita. San Donato, bellissima chiesa dell'Alto Medio Evo è sempre chiusa, come non valorizzata è l'altrettanto splendida Santo Stefano.
Altre città amministrate da Sindaci di sinistra offrono molto di più, Bologna Firenze Napoli Roma Venezia Torino, come del resto sono meglio amministrate le relative Regioni.
Riguardo Genova, certo non possiamo andare avanti sempre e solo con le critiche anche perché adesso l'attuale amministrazione ha messo su un'altra baggianata puramente «elettorale» come la «casa dei mugugni».
Bisogna trovare nuove idee, nuove invenzioni, anche stranissime, proprio per attirare l'attenzione e quindi «avere turismo» che non può basarsi sui «pesci» e su un Centro Storico chiuso nei giorni festivi. Se una concertazione con le organizzazioni dei commercianti non va a buon fine, bisogna allora trovare una soluzione «forzata» con l'obbligatorietà di apertura, ponendo il giorno di riposo durante la settimana.
A estreme cocciutaggini, estremi rimedi. La futura amministrazione deve trovare l'invenzione e la fantasia di non giocarsi il futuro sul tran-tran giornaliero, sulla «normalità», su errori madornali come la Fiumara, ma deve dare uno strappo, meravigliare, sorprendere, disinteressandosi delle critiche dei clan reazionari e gretti.
Colpi di timone, non sempre barra a dritta che sta portando nelle secche Genova e la Liguria, perché una cosa deve essere chiara: esclusa forse La Spezia che è di costituzione «non ligure», la Liguria non sarà grande se grande non sarà Genova che è, lo si voglia o no, il traino della Regione.
Se Genova è smorta, smorta sarà la Liguria, se moderna e geniale Genova, così anche la Liguria. Le alternative tentate sono solo vagheggiamenti di personaggi astratti o dediti al personale interesse.


Se Genova tira-tira la Liguria. Se Genova (porto e città- affari e divertimenti - tecnologia e arte) ansima sarà tutta la Liguria a contare sempre meno nella geopolitica italiana ed europea.
*Università degli Studi
di Genova

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