A Genova diritti solo per chi ha quella tessera

Per il secondo anno consecutivo la Cisl è stata esclusa dalla partecipazione agli eventi previsti dal 16 al 22 luglio per la manifestazione «Genova città dei diritti».
La scelta dell'amministrazione comunale di tagliare una fra le parti sociali più rappresentative a Genova e in Liguria coi suoi 122mila iscritti, impegnata quotidianamente attraverso il lavoro dei suoi uffici nel volontariato e nel sostegno alle fasce più deboli, alle categorie sociali meno abbienti, è del tutto ingiustificabile. Il nostro sindacato è impegnato ogni giorno nella difesa dei diritti dei più deboli: dagli anziani soli agli immigrati, dai disoccupati alle badanti, alle categorie lavorative maggiormente a rischio. Escludere la Cisl, per la seconda volta in due anni, è una scelta politica di cui è bene qualcuno si prenda la responsabilità. In questa città se non sei è stato iscritto prima al Pci, poi ai Ds vieni considerato un diverso nel ruolo di rappresentanza, quindi emarginato. Ed è assai singolare che la giunta parli di diritti e integrazione, di aiuto e sostegno proprio nei confronti di chi è diverso: questo ha tanto di speculazione politica ed elettorale.
Taluni amministratori, non tutti, fanno dell'accoglienza, della diversità, della difesa degli ultimi una bandiera. Quando loro per primi mostrano atteggiamenti di chiusura verso chi la pensa diversamente. Per la Cisl, al contrario, il pluralismo è il sale della democrazia, e può essere il lievito all'ingessamento politico di questa città.

Iniziative come «La città dei diritti», in questa chiave, non sono altro che operazioni di facciata: com'è possibile dire di voler rappresentare i diversi quando si escludono a tavolino organizzazioni sociali che in questa città hanno rappresentanza?.
*segretario generale Cisl Genova

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