«Genova non diventi come Las Vegas» Tursi studia un piano anti-sale giochi

Un regolamento ad hoc per far sì che Genova non diventi come Las Vegas: ci sta lavorando palazzo Tursi, per cercare di arginare l’apertura a macchia d’olio delle sale slot. Ormai sparse per tutta la città, nessun quartiere escluso. La prossima cittadella del gioco (d’azzardo) sorgerà proprio in pieno centro, in quella via Buenos Aires che ha conosciuto tempi assai migliori dove, a pochi metri dalla sala Bingo, sorgerà una nuova sala giochi, con angolo ristoro e centinaia di slot machines.
«Due nuove sale gioco stanno per aprire i battenti a Sampierdarena - dice Emanuele Basso, consigliere comunale de L’altra Genova -, una in via Avio, l’altra in via Buranello. Forse già prima di Natale aprirà quella, ancora più grande, di corso Buenos Aires. Ma la sensibilità civile c’è, nei confronti di queste aperture: bisogna incanalare queste sensibilità in un regolamento che, per quanto di competenza del comune, possa evitare queste aperture». Sì, perché stando a quanto riferito dall’assessore al commercio del comune di Genova, Gianni Vassallo, le «videolottery» volano più in alto delle teste di palazzo Tursi: non è il Comune ad essere competente in materia di licenze per l’apertura dei centri. Le licenze passano dalla Questura, all’interno però di un regolamento blindatissimo, anche per i questori. E anche se la Guardia di Finanza ha già accertato diverse frodi fiscali in molti centri di questo tipo, altrettanti continuano ad aprire i battenti. «Un problema sociale non da poco - ammette l’assessore Vassallo -, cui si va ad unire quello della sicurezza, legato alle frequentazioni di questi centri. Vogliamo mettere il bastone tra le ruote su pratiche immorali e pericolose, in attesa di un regolamento su scala nazionale che possa disciplinare in qualche modo queste aperture». Si cerca quindi di arginare dove possibile.
«Bisognerebbe creare un regolamento interno al Comune di Genova, che vada a colpire dove possiamo - suggerisce il consigliere Emanuele Basso -: per esempio, basterebbe decretare che questi centri non possono sorgere nelle vicinanze di scuole e luoghi di culto. Molte zone si salverebbero già sulla carta dall’apertura di queste videolottery». «Nel nuovo piano urbanistico comunale - spiega l’assessore al commercio - abbiamo inserito una norma che obbliga questi centri a dotarsi di posti auto di pertinenza, a seconda della loro metratura». Un provvedimento che, però, arriva troppo tardi sulle nuove aperture previste a Sampierdarena e in centro città. Perché il Puc diventi attuativo, infatti, devono passare novanta giorni dall’approvazione, che è avvenuta in consiglio comunale la scorsa settimana. E, a quel tempo, le nuove slot saranno già in piena attività. Piazza Settembrini a Sampierdarena, potrebbe diventare «borgo Settembrini». A chiederlo sono i residenti e i commercianti della zona che, con una raccolta di firme, hanno chiesto al Comune di chiudere la piazza, la notte, con delle cancellate. Per creare uno spazio più sicuro che, però, diventi più sicuro per tutti.

«I cancelli sono una sconfitta nei confronti della vivibilità - spiega il sindaco Marta Vincenzi, interrogata in merito dal consigliere dell’Udc, Gianlorenzo Bruni - ma in certi casi non si può fare altrimenti». E lascia uno spiraglio sulla possibilità della chiusura, il cui progetto passerà al vaglio degli uffici comunali.

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