Banca Passadore cresce in utili, impieghi e filiali

Banca Passadore in crescita nel primo semestre dell'anno, nonostante la crisi economica generale: aumentano, in particolare, impieghi, raccolta e utile netto. Non solo: il rapporto sofferenze-impieghi risulta fra i migliori di tutto il sistema creditizio, mentre si conferma il successo del modello di banca «su misura» e personalizzato, caratterizzato anche negli ultimi anni da una forte espansione territoriale. In dettaglio: i conti relativi al primo semestre 2012, approvati di recente dal consiglio di amministrazione, presentano un ammontare di impieghi pari a 1 miliardo e 186 milioni di euro (+3,4 per cento), una raccolta diretta di 1 miliardo e 559 milioni (+3,5 per cento) e un utile netto di oltre 5 milioni di euro, in crescita del 10,5 per cento rispetto all'analogo periodo del 2011. Al 30 giugno il «tier 1 capital ratio», che misura la solidità e la stabilità patrimoniale della Banca, è risultato pari al 10,41 per cento, mentre e il rapporto sofferenze-impieghi, nonostante il deciso deterioramento del quadro congiunturale, si attesta allo 0,59 per cento che si colloca, appunto, tra i migliori del sistema. Nel quadro del progetto di espansione territoriale - spiega una nota dell'istituto di credito privato genovese -, dopo l'avvio della filiale di Brescia che ha fatto registrare nel primo periodo di operatività volumi di lavoro superiori alle attese, la Banca aprirà tra qualche mese la propria ventunesima filiale ad Aosta, località in cui la Passadore «intrattiene da tempo interessanti relazioni con primari operatori economici». A seguito di tale apertura, l'istituto di credito, che si avvia a celebrare l'anno prossimo il 125° anniversario dalla fondazione, potrà vantare una presenza in 14 città italiane (oltre a Genova, a Milano, Brescia, Torino, Alessandria, Aosta, Novi Ligure, Imperia, Bordighera, Albenga, La Spezia, Chiavari, Parma e Firenze) e in sei regioni.

Attualmente, la compagine azionaria della Passadore, che è fra le pochissime banche private indipendenti a conduzione familiare rimaste in Italia, è riconducibile a circa 150 soggetti, nuclei familiari e gruppi imprenditoriali, principalmente liguri e piemontesi.

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