Si è svolto a Genova, nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, la presentazione del volume Mazzini. Vita, avventure e pensiero di un italiano europeo.
Dopo i saluti d'apertura dei presidenti di Banca Carige, Giovanni Berneschi, e di Fondazione Carige, Flavio Repetto, il giornalista Franco Manzitti ha introdotto le relazioni dei curatori del volume, Giuseppe Monsagrati, storico del Risorgimento, docente all'Università «La Sapienza» e membro del Comitato scientifico dell'Istituto della Domus Mazziniana di Pisa, e Anna Villari, storica dell'arte.
Corredato da una ricca documentazione iconografica, il volume offre una riflessione a 360 gradi sulla figura del grande pensatore politico a 140 anni dalla morte. Il testo accompagna il lettore in un itinerario attraverso i luoghi mazziniani, dalla natia Genova ai paesi europei, Francia, Svizzera e Inghilterra, dove Mazzini trascorse in esilio ben 38 anni sui 67 della propria vita, fino ai luoghi epici della sua lotta politica, come la Roma repubblicana del 1849.
«Abbiamo voluto individuare una chiave interpretativa che, mettendo a fuoco alcuni segmenti e alcuni luoghi tra i più significativi della vita materiale di Mazzini - commentano Monsagrati e la Villari - li utilizzasse non solo come le tappe di un'esistenza fatta di continue e spesso dolorose peripezie, ma anche e soprattutto come spazi in cui il pensiero del Genovese, la sua cultura e la sua stessa vita si erano venuti arricchendo di esperienze, suggestioni, incontri». Le quattro sezioni (i luoghi della vita, la cultura, la politica, l'Europa) in cui è suddivisa la materia raccolta nel volume illustrano la ricchezza e la varietà degli interessi politici e intellettuali del Patriota in relazione ai luoghi che furono teatro della sua esistenza. In questo percorso i curatori, grazie anche ai contributi di diversi studiosi di valore, sottolineano così il formarsi in Mazzini di una coscienza e di un pensiero rigorosi ma straordinariamente aperti per l'epoca, tanto da prefigurare in pieno quella cittadinanza europea che, un secolo più tardi, diverrà la cifra di un impegno politico ed intellettuale capace di condurre il Vecchio Continente a superare, per citare le parole di Mazzini, «il gretto, geloso, ostile nazionalismo» e ad intraprendere un processo di integrazione.
A conclusione della serata dedicata a Giuseppe Mazzini, il Maestro Fabrizio Giudice, chitarrista e musicologo, ha eseguito alcuni motivi risorgimentali che, secondo quanto ricostruito dall'analisi dei suoi scritti, il Patriota, appassionato musicista, era solito suonare.
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