«È importante che Ansaldo resti qui, che qui rimangano il cervello e le braccia». Non ha dubbi il presidente di confindustria, Giorgio Squinzi, che ha parlato ieri a margine dell'assemblea di Confindustria Genova «Verso un mondo nuovo», a proposito della situazione di Ansaldo energia. Squinzi ha fatto notare che se l'azionista Finmeccanica ha scelto di dismettere l'attività «credo sia indispensabile che il nuovo azionista porti avanti la capacità di questa azienda di competere». Dello stesso parare il sindaco di Genova Marco Doria secondo il quale «pezzi di apparato industriale italiano come Ansaldo Energia vanno difesi da Siemens. Difendere industrie come Ansaldo Energia significa interloquire con l'azionista di queste imprese che è il governo, pretendendo che si seguano linee di politica industriale condivise da tutti. Non mi è capitato di sentire che l'ipotesi di cedere Ansaldo Energia a Siemens facesse bene ad Ansaldo Energia. Faceva bene a Siemens. Come amministratore locale pretendo che il governo ne abbia la consapevolezza». Di Ansaldo ha parlato ieri in una nota anche l'ex ministro e deputato del Pdl Giorgia Meloni. «Le voci che danno per vicina la vendita di Ansaldo Energia da parte del gruppo Finmeccanica al colosso tedesco Siemens non sono ancora state smentite dal Governo e, in particolare, dal ministero del Tesoro, azionista di riferimento del Gruppo Finmeccanica. Vendere l'unica società italiana presente nel settore industriale della Power Generation al suo diretto concorrente è un regalo che l' Italia non può permettersi di fare alla Germania». Tanti gli interventi che si sono succeduti ieri invece al convegno degli industriali come quello del presidente della Regione Claudio Burlando che si è detto favorevole all'ingresso del Fondo Strategico Italiano nell'operazione di acquisto di Ansaldo Energia. Per Burlando, il Fondo «servirebbe per sostenere un progetto industriale e garantirebbe la crescita dell'azienda. Sarebbe importante per mantenere italiana l'azienda. C'è il rischio che l'eventuale acquisto di Siemens sia più per razionalizzare che per togliere un concorrente». Ieri non è mancato il saluto dell'arcivescovo Angelo Bagnasco secondo il quale, ai cronisti che gli hanno chiesto se in Italia oggi serva un partito dei cattolici ha risposto di non saperlo dire con precisione». «Quando le situazioni sono così gravi tutti devono fare la propria parte in sinergia con gli altri. Questa è almeno in certi momenti la strada migliore», ha detto inoltre il cardinale. «Il momento - ha aggiunto il presidente della Cei - è estremamente urgente, è sotto gli occhi di tutti l'eccezionalità del momento storico che viviamo dal punto di vista economico, finanziario, lavorativo».
Fermo il giudizio del presidente di Confindustria Genova Giovanni Calvini che ha detto che «una politica per il bene comune fa a pugni con gli atteggiamenti di auto assoluzione che abbiamo visto in questi giorni nella Regione Lazio». «Come dice il cardinale Bagnasco all'Italia serve un'assunzione di comportamenti finalmente responsabili», ha detto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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