Il dibattito in redazione

2 MODERATI O NO?
Adesso bisogna vincere:

non basta arrivare secondi
Caro direttore, lei insiste sempre sul moderatismo e cita l’esempio di Torino con una sorta di terzo polo che sa mimetizzarsi e accaparrarsi il consenso. Certo, ci vuol poco a farsi votare con idee di sinistra camuffata in una città che, come Genova, premia i comunisti (ex e post) fin troppo volentieri. Un moderato non può essere anche una persona decisa ed energica? A che servono dosi industriali di bon ton e camomilla con chi ci bersaglia a colpi di bazooka?
Ha ragione Paolo Granzotto quando dice che il leader deve portarci al successo, anche se è un generale senza riga ai pantaloni della divisa. Basta che sia un buon stratega. Lei va in brodo di giuggiole quando sente odore di dolcezza e solarità. Sarà il suo carattere, ma francamente non la capisco. Qui bisogna vincere su poche cose che sentiamo sulla pelle (sicurezza e degrado prima di tutto), partecipare e basta è roba per de Coubertin.
Alle nostre latitudini, non esiste il premio di consolazione per chi arriva secondo! Ma con l’attuale centrodestra ligure è impossibile farcela. Non sono proprio capaci e «il Giornale» ce lo conferma ogni giorno.
Augusto Rivalti
2 «TRASFERTA» PRIVATA

Vincenzi omaggia Pisapia

Ma chi paga il viaggio?
Caro Massimiliano, guardando la televisione per conoscere i risultati delle consultazioni a Milano ho notato che la Sindaca Vincenza si è precipitata ad omaggiare il suo collega appena eletto. Mi farebbe piacere conoscere con quale mezzo di trasporto si è recata in quella città perché non essendo la sua trasferta di tipo istituzionale, ma di puro interesse privato, non vorrei leggere che ha usato l'auto e l'autista del Comune.
Mi faccia sapere, perché magari tanti suoi elettori potranno conoscere come vengono spesi i soldi pubblici. Grazie!
Francesca Doglio
2 IL CONSIGLIO

Usiamo i prossimi 5 anni

per vedere cosa fanno
Il giorno dopo l’apparente debacle elettorale, apparente perché ha lasciato ai vincitori anche le gatte da pelare, leggendo il mio Giornale ho potuto notare molti uomini di concetto asserire che molti errori a giustificazione della sconfitta, sono da addebitare alla mancata realizzazione delle riforme. Solo che io uomo della strada di queste riforme ne ho sentito parlare da un cumulo di anni e non ne ho visto mai specificare una. Le riforme le hanno invocate in molti ma senza mai nominarne una. Solo stamattina nel cumulo delle doglianze e delle valigie pronte per topi in corsa verso altri lidi, ho letto una lettera che, in quanto scritta da una persona responsabile, ne elencava in modo inequivocabile. Nel domandarmi quale sarà la considerazione e la risposta che darai alla gentile signora, che non è concorrente alla direzione di nessun Municipio né aspirante a carica alcuna, vorrei ricordarti delle mie lettere inviate in questi anni. Forse potrebbe servire in questo momento in cui è necessario assumere una veste di umiltà per procedere ad esame della situazione creatasi e «siasare tutti gli ommi, buzommi, e catazubbuli» che si sono alternati nel centrocampo Pdl per scegliere la nuova squadra che dovrà essere pronta per le prossime tenzoni procedendo alle necessarie visite periodiche di manutenzione delle carene. Tutto il male non viene per nuocere e molte volte è provvidenziale una pausa di riflessione per lasciare ai vincitori il tempo di realizzare tutti quegli accorgimenti sempre a favore del popolo che secondo loro noi non abbiamo saputo realizzare. Siamo ancora in tempo? Certo basta aspettare cinque anni, non una eternità. Basta aspettare ed agire da uomini, servendo e non volendosi servire.
Ne abbiamo la prova: siamo pieni di ottantenni che nonostante siano da considerare «overpope» non vogliono mollare e passano da una equipe all’altra forse per non farsi riconoscere. Cominciamo a creare prepensionamenti posticipati per creare posti disponibili per giovani volenterosi muniti di casella mail e non di blob, blog ecc. per mezzo delle quali rispondere personalmente, certo con sacrificio, ma acquisendo contatti diretti con i votanti. Il mercato è da sempre il luogo scelto per parlare con le massaie e con colf e la parola indica l’insieme dei rapporti di affari relativi ad una data merce, in questo caso il voto, che sorgono fra i contraenti abitanti in qualunque parte del globo purché in condizioni di poter rapidamente comunicare tra loro ed Internet vi porta da piazza Treponti a piazza Palermo a piazza Terralba senza prendere il tram: vi sembra poco? Il programma? Basta rinfrescarsi le idee leggendo il discorso introduttivo di Silvio Berlusconi alla formazione di Forza Italia. Ed applicarlo.
Silvio Camillo Repetto
2 VERSO IL 2012

Non sprechiamo denaro

Sì a una campagna seria
Caro Massimiliano, non sprechiamo denari!
La recente legnata subita a Milano e Napoli mi ha indotto ad una riflessione amara; fra un anno toccherà a Genova scegliere tra un candidato dello stesso colore della sindachessa, appoggiato da una macchina elettorale con i fiocchi e un non si sa chi dei «nostri». Non occorre essere un mago per capire come andrà a finire, visto lo scarso peso politico- sociale dei personaggi in ballo... tranne uno che gode della mia (e non solo mia) totale stima. Pertanto, vista la disparità competitiva, non sprechiamo denari dei contribuenti per campagne elettorali inutili, cene autocelebrative per pochi privilegiati e le solite cose atte ad illuderci per una improbabile vittoria. Pertanto, o ci si muove seriamente già da adesso con candidati (?) che abbiano gli attributi e siano determinati a dare una svolta a questa sempre più disastrata città, ostaggio della delinquenza e del degrado nel quale le sinistre sguazzano, oppure lasciamo perdere e godiamoci una giornata al mare senza sprecare tempo e denaro.
2LA POESIA

Il caso di Milano

raccontato in rima
Si sapeva già da ieri/ che erano in svantaggio/ sia Moratti che Lettieri/ e hanno perso al ballottaggio./ I cattocomunisti/ ce l’hanno messa tutta/ convinti che i forzisti/ fossero alla frutta,/ hanno firmato dei proclami/ con il solito veleno/ sperando in un domani/ color arcobaleno/ ed è con quei colori/ che adesso fanno festa/ mentre cambiano gli umori/ di chi non è più in testa,/ ma «le città liberate/ dalla dittatura»/ sono chiacchiere insensate/ che offendon la cultura.
Antonio Urbano
2 L’ANALISI

Il centrodestra faccia

un esame di coscienza
La sinistra ha trionfato. Il centro destra deve almeno fare un serio e sereno esame di coscienza.
Ora, almeno sui nuovi amministrati dalla sinistra incombe un lugubre trinomio. Più tasse, più divieti, più delinquenza.

Con i migliori saluti.
Giovanni Pàstine
2 CON DE MAGISTRIS

Cosa succederà

alla monnezza di Napoli?
Carissimo Lussana, lo so benissimo: è la democrazia, le gente a Napoli ha scelto De Magistris e a Milano Pisapia.
Perfetto.
Adesso, però, Napoli non se la prenda coi soldati che gli fanno da spazzini, la monnezza che che va in Germania a carissimo prezzo, o sparpagliata per l'Italia, come i profughi della Libia.
La monnezza è monnezza e ognuno si tiene la sua.
Aripunto: e questo credo che per Napoli basti e avanzi.
Quanto a Milano, bisogna dar retta a Vendola e ringraziare i Rom : da qualche parte i poverini bisogna pur metterli, e dove, se non nella capitale morale d'Italia; alla quale auguro, da vecchio genovese, la stesso slancio compulsivo d'accoglienza che ci distingue la Genova rossa, e che il nuovo sindaco saprà certamente mettere a frutto. Basta che si consulti con la nostra Marta che è pronta a spiegargli come si sistemano rom, albanesi, rumeni, africani neri e maghrebini, sik, aborigeni australiani, indonesiani, trans nigeriani, spacciatori senegalesi e d'ogni tipo, macedoni, serbi, kosovari e montenegrini assortiti. Credo che in questi giorni siamo anche pronti a cedere a Milano una bella fetta di ecuadoriani, gente allegra che a Milano saprebbe veramente dare il «Buon Giorno!».
Allegria, come diceva il vecchio Mike!
Con immutata stima simpatia (e voglia di vendetta)
Cesare Simonetti
2 ALTRO CHE ROM

Sono di sinistra

Ma temo molto Vendola
Egregio Direttore, no un cittadino di genovese, di sinistra fino ai tempi del compianto Enrico Berlinguer e oggi per forza di cose (e purtroppo) di centro sinistra, una coalizione in cui non mi ritrovo al 100% (sarò uno dei pochi ma rimpiango il vecchio Pci) ma che ritengo meglio di Pdl e Lega.
Come tutti gli elettori di centrosinistra, sono felicissimo per le vittorie a Milano e Napoli, e della «ciliegina sulla torta» della presa di Novara.
Ma, purtroppo, su questa vittoria pesano come un macigno le parole dell'On. Vendola, il quale apre le porte, in pratica «regalando le chiavi delle città» a islamici, rom, extracomunitari e a tutti quelli che hanno intenzione di venire in Italia a fare il bello e cattivo tempo (leggi «delinquere impunemente») nel segno dell'integrazione sempre e comunque a tutti i costi.
Un discorso non va bene per niente, e fortunatamente è stato fatto a risultato acquisito, altrimenti il povero Pisapia a Milano non sarebbe arrivato al 10%.
Parlando per Genova, i genovesi non ne possono più veramente di islamici, extracomunitari che spacciano, vivono ai margini della società (per scelta) proprio con l'intenzione di delinquere - per informazioni chiedere ai pescatori della Darsena che si trovano la droga nascosta nelle reti e sulle barche, che vengono minacciati dagli spacciatori di ritorsioni in caso di denuncia - Non ne possono più di romeni e albanesi che spacciano, si ubriacano, scippano, rapinano, ti entrano in casa e ti massacrano per 100 Euro.
Non ne possono più delle Bande di Latinos, che per passare il tempo si divertono a picchiare, senza motivo persone anziane e ragazzi che hanno solo la «colpa» di essere al posto sbagliato, al momento sbagliato.
Sono stufi dei rom, zingari o nomadi che dir si voglia, che vivono in campi che sono al limite di ogni decenza per propria scelta, che importunano i passanti con richieste insistenti, quando non violente, di soldi, furti nei negozi, furti di rame, spaccio di droga.
Qui a Genova siamo oltre, ormai, ogni limite di sopportazione: la gente normale, quella che lavora, paga le tasse, rispetta le regole, che non arriva alla seconda settimana del mese con lo stipendio, che non sa come pagare l'affitto, che se chiede una casa popolare deve aspettare in graduatorie infinite che significano «vai a vivere sotto ad un ponte», che se vuole cambiare l'auto deve pagare rate secolari pur comprandola di 3ª mano, e che per contro vede i rom, che si dichiarano poveri, emarginati, maltrattati, che se chiedono una casa in poco tempo la ottengono a canone agevolato, che hanno buoni acquisto alimentari e circolano su MERCEDES e BMW nuove fiammanti e pagate in contanti.


L'onorevole Vendola vuole l'integrazione a tutti i costi, ma se integrazione significa adattarsi agli usi costumi ed esigenze degli islamici, extracomunitari, rom, romeni e chi più ne ha, più ne metta, e non, come dovrebbe essere, il contrario allora abbiamo perso in partenza.
Se queste sono le premesse per un governo futuro della sinistra allora Pdl e Lega non riusciremo mai a sconfiggerli.
Lettera firmata

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