Una Traviata per la città. Così Chiavari decide di allietare le serate estive con la lirica, portandola in piazza e restituendole un po' della sua originaria dimensione popolare. Aperto a tutti, in piazza Fenice questa sera alle 21, lo spettacolo si ripromette di attirare cittadini e turisti di ogni sesso e di ogni età e - perché no? - di contribuire alla diffusione di un genere ormai diventato di nicchia, e farlo apprezzare anche ai più giovani. «Invito davvero tutti - ha caldamente sottolineato il sindaco della città Roberto Levaggi - perché credo che la lirica sia qualcosa di speciale, che valga la pena ascoltare, anche se non si colgono le parole del libretto o se non si conosce perfettamente la storia: la musica è emozione e le emozioni vanno vissute. Da tutti».
E quale titolo migliore della «Traviata» verdiana? Tratta dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio) «La signora delle camelie», di cui sono stati cambiati i nomi dei personaggi e alcuni particolari del finale, l'opera fa parte, insieme a «Rigoletto» e «Trovatore», della cosiddetta Trilogia Popolare e traccia già quella complessa analisi interiore dei personaggi che sarà poi tipica del Verdi maturo e che fa di questa partitura un esempio di rara densità drammatica. Addirittura il personaggio di Violetta è stato definito il più alto e perfetto compendio di tutte le figure femminili precedentemente delineate da Verdi e il registro vocale necessario per interpretarla deve essere elastico, malleabile e «cangiante», in modo da evidenziare la continua evoluzione psicologica del personaggio: insomma, un vero osso duro per qualsiasi soprano si accinga ad entrare nei panni della «traviata» per eccellenza. Eppure, alla sua prima rappresentazione alla Fenice di Venezia, il 6 marzo 1853, l'opera andò incontro ad un clamoroso insuccesso: un po' a causa degli interpreti - alcuni inadatti vocalmente, altri non sufficientemente impegnati - un po' a causa dell'argomento «scabroso», che metteva in scena le vicissitudini di una prostituta, un po' ancora per l'ambientazione troppo moderna e per l'audacia della partitura, «Traviata» fu un vero e proprio «fiasco». Solo a partire dall'anno dopo, quando fu allestita al Teatro San Benedetto, sempre a Venezia, l'opera fu calorosamente applaudita; forse anche perché Verdi la collocò in pieno Settecento, assecondando i gusti dell'epoca.
Fatto sta che, da allora, la vita, gli intrighi, la passione e il contrastato amore di Violetta Valery e di Alfredo Germont hanno irretito generazioni e generazioni di cultori (ma non solo) e alcune delle sue pagine - il celebre brindisi «Libiam ne' lieti calici» o «Amami Alfredo», tanto per citarne due tra le più significative - sono note e «canticchiate» anche da chi non è poi così esperto di lirica. Nel ruolo della protagonista, questa sera, il soprano Stefanna Kybalova; in quello di Alfredo il tenore Mario Carrara; nei panni di Giorgio Germont il baritono Ivan Marino.
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