La democrazia sognata da Paolo Flores d'Arcais, filosofo e vecchia anima dei defunti «girotondi», mette un po'i brividi. Sì, perché nel suo ultimo pamphlet «Democrazia! Libertà privata e libertà in rivolta», presentato ieri a Palazzo Ducale, l'ex militante del Pci auspica un mondo dove non sembra esserci spazio per il contraddittorio, un pianeta abbracciato solamente dalla falce e plasmato dal martello in cui regna una specie di non definito illuminismo di massa. Una distopia? No, questa è proprio la società tipo di d'Arcais accompagnato nella presentazione di questo nuovo e spettrale Brave New Word in salsa rossa anche da don Gallo, Marco Doria (sindaco che lascia il consiglio comunale e i problemi dei genovesi per fare pubblicità a un libro), Ferruccio Sansa e Pierfranco Pellizzetti.
«Penso che la democrazia debba governare i mercati e non il contrario - ha spiegato l'autore - il sistema odierno è in crisi e basta guardare la sfera rappresentativa, lo stato di salute dei partiti, per capirlo. La nuova democrazia dovrà essere lotta per la democrazia». Ma chi può mutare la situazione attuale? «Ci sono stati movimenti che hanno chiesto ad alta voce di cambiare - ha continuato d'Arcais - studenti, girotondi, popolo viola e oggi chi può fare da collante fra varie realtà è la Fiom. Grillo? Ha un suo perché, ma non basta». Conclusione: «Il momento di più autentica democrazia fu la Comune». Emblematico che il filosofo citi movimenti morti e sepolti che, a parte un palese antiberlusconismo mascherato da «presa di coscienza civile», non hanno portato assolutamente a nulla. Inoltre è paradossale che la fiaccola del cambiamento debba essere impugnata dalla Fiom che, proprio a Genova, si è espressa a suon di pugni di un suo rappresentante verso un non allineato. Ma su questo, bocca cucita del sindaco Doria. Che incassa anche unaltra stoccata, pesantissima, dallo stesso autore: «LImu è un attacco alla democrazia - attacca il direttore di MicroMega davanti al sindaco che ha messo in testa alle sue priorità quella di stangare i genovesi sulla casa e che per questo ha già perso pure pezzi di maggioranza -.
Spazio infine anche al sermone di don Gallo che ha ricordato la sua esperienza da partigiano e ha assolto i no global che devastarono Genova al G8.
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