«A 48 ore dal voto insinuare che Giovanni Paladini non paga l'affitto, le spese d'amministrazione e i dipendenti di Idv è un colpo basso elettorale. Ho sempre pagato puntualmente quello che dovevo e non devo niente a nessuno. Non si può infangare il mio nome e quello di Diritti e Libertà. Nella sede di via Venti Settembre hanno cambiato pure la serratura. Dal novembre scorso non c'entro più niente con l'Idv». Il leader genovese del Centro Democratico fino all'altro giorno andava a braccetto con l'ex pm di Pulite le Mani, suo testimone di nozze. Adesso che la moglie, Marylin Fusco, ex vicepresidente della giunta regionale, è indagata e lo scandalo ha coinvolto ex dipietristi e dipietristi in Regione, con il Tonino nazionale che ha «ripudiato» la famiglia, quasi ogni giorno scoppia la Guerra dei Roses che fa cadere le braccia. E Beppe Grillo ringrazia.
Stavolta la querelle riguarda la sede regionale. In mezzo sempre una questione di soldi. Da un lato i dipietristi Maruska Piredda, Gabriele Cascino e l'onorevole braccio destro di Tonino, Ivan Rota, nominato commissario ligure dell'Idv. Dall'altro la coppia Paladini-Fusco e il segretario provinciale Francesco De Simone. Succede che il proprietario dell'elegante ufficio di via Venti esige quanto gli spetta dal contratto d'affitto: «1800 euro al mese». E che il 29 marzo c'è l'udienza per la convalida dello sfratto. I dipietristi dicono che a pagare tocca a Paladini. Paladini dice che tocca agli ex compagni dipietristi. «Il contratto d'affitto era stato stipulato dal 2010 con l'Idv - urla Paladini - e abbiamo sempre pagato pure i dipendenti fino all'ultimo centesimo fino a novembre. Mi risulta che i tre collaboratori lo scorso dicembre non abbiano neanche preso la tredicesima dal partito, che si autoincensa difensore dei lavoratori. Sono stato diffidato dall'usare i fondi del gruppo. Non potevo quindi revocare il contratto d'affitto. È chiaro che il commissario Ivan Rota è diventato automaticamente il responsabile. È come se si siglasse un contratto d'affitto con un'azienda e lo firmasse l'amministratore delegato. È naturale che, qualora il manager venisse licenziato, i successivi canoni rimangono a carico dell'azienda e a pagare materialmente spetta al nuovo ad».
«Mi sembra ridicolo questo continuo rimpallo di accuse - replica Ivan Rota -. IdV è a posto sia formalmente sia con la coscienza: si riserva, quindi, le opportune azioni legali nei confronti di chi sta strumentalmente screditando il nostro partito».
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