I dipietristi stracciano il bilancio di Doria

I dipietristi stracciano il bilancio di Doria

(...) «È un errore incredibile e quando ieri (giovedì per chi legge, ndr) lo abbiamo notato in riunione di maggioranza, Miceli si è reso conto dello strafalcione - ha dichiarato il coordinatore provinciale dell'Idv, Francesco De Simone -. L'errore di Miceli ci può anche stare ma è impossibile che nessun altro tra gli assessori e i membri della maggioranza se ne sia accorto». «L'impressione - ha continuato De Simone - è che almeno metà della maggioranza non abbia capito il bilancio e che l'altra metà se ne sia accorta ma abbia fatto finta di niente». Se De Simone si è mantenuto vago nel suo j'accuse, non si può dire lo stesso del consigliere regionale Scialfa che ha puntato il dito contro Lista Doria, Sel e Federazione della Sinistra: «Non è difficile pensare ad uno scambio tra il silenzio sul bilancio e ad esempio il rallentamento dei progetti Gronda e Terzo Valico». Il coordinatore regionale dell'Idv, Giovanni Paladini, non ha usato mezzi termini definendo quella condotta dal suo partito in Comune non una battaglia ma «la rivoluzione». «La situazione è talmente complicata in tutta Italia che il ministro Cancellieri ha dato una proroga ai comuni per approvare i bilanci entro il 30 agosto e non più il 30 giugno - ha spiegato -. Avremmo quindi il tempo di discutere con più calma questo bilancio ma la Giunta vuole approvarlo in fretta e furia entro il 30 giugno perché non vuole farlo capire, soprattutto ai cittadini». Carte del bilancio alla mano, Paladini e De Simone hanno snocciolato tutte le cifre che non tornano: «Il Comune ha 1,2 miliardi di euro di immobili e 750 milioni di euro nelle società partecipate - ha notato Paladini -. Sono quasi 2 miliardi di euro, come si fa a chiedere di pagare ai cittadini quando hai la pancia piena? Senza contare che con l'Imu fissato dal Comune ci sarebbe anche la svalutazione degli immobili di proprietà da alienare».
De Simone è andato anche a spulciare le entrate e le uscite in conto corrente: «Ci sono 838.569.577 milioni di entrate (compreso il gettito dell'Imu) a fronte di 804.075.044 milioni di spese - ha spiegato -. Perché tenere 34 milioni di avanzo quando basterebbe raggiungere il pareggio?». Altre cifre analizzate dal coordinatore provinciale sono state quelle sui mutui: «Ci sono 201.312.826 milioni di euro di nuovi mutui a fronte dei 279.427.060 milioni di rimborsi dovuti - ha notato -. Così facendo è vero che si andrebbe ad accelerare sull'estinzione del debito, abbassandolo del 30% circa, ma perché non abbassarlo del 20% e tenere da parte circa 34 milioni?». La Spending review dei dipietristi è proseguita con altri sprechi e cifre poco chiare notate da Paladini: «Nel bilancio sono stati inseriti 8 milioni di fondo di riserva quando da dieci anni la cifra è sempre stata di 200 mila euro. Per non parlare degli 1,8 milioni di euro annui di premi per i 95 dirigenti comunali e dei circa 30 milioni di euro di svalutazione credito (su 67) che non sono stati definiti e che sembrano tanto una cifra da impegnare per i francesi di Transdev e per coprire altri buchi qua e là». Un'ultima nota sulla poca trasparenza delle cifre del bilancio l'ha fatta il capogruppo in Comune, Stefano Anzalone: «Ci sono società come Genova Parcheggi e Asef di cui non ci vengono mostrati i bilanci - ha spiegato l'ex assessore allo Sport -. E poi mi chiedo perché vengano dati 8 milioni a fondazioni private come la Fulgis». «Per chi ci chiama demagoghi rispondo se non è più demagogico tagliare taxi e caffè - ha concluso Scialfa -. O restituire i pass per le blu area senza dire niente sul bilancio come hanno fatto i grillini».


A febbraio Antonio Di Pietro parlò di «fidanzamento» tra l'Idv e Doria, ma se la coppia dovesse anche superare la «scappatella» sul bilancio, all'orizzonte si intravede già un altro scoglio, annunciato da Paladini: «Messo da parte il bilancio faremo subito una mozione per interrogare la Giunta sullo sviluppo della città partendo da Gronda e Terzo Valico». Tu chiamala, se vuoi, coppia aperta.

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