I nomi di Vincenzo Scolastico e Luca Scorza Azzarà, i due pubblici ministeri che stanno indagando sull'alluvione, sono una garanzia di serietà e di precisione. E, quindi, ci fidiamo moltissimo dell'inchiesta in corso sul «taroccamento» delle carte sull'alluvione del 4 novembre di un anno fa. Fra l'altro, alcuni riscontri ci sono già, alcuni degli indagati hanno già parlato e le carte sembrano molto chiare. Insomma, l'esempio di come si fa un'inchiesta. E ora, se ci sono i riscontri, dai tecnici si passerà ai politici.
Se qualcuno ha sbagliato, ovviamente, è giusto che paghi. E se qualcuno ha taroccato le carte sull'alluvione per fare bella figura o, meglio, per farla meno peggiore, è sacrosanto che ne risponda. Finora, a livello politico, chiamato in causa da un volontario della protezione civile pentito, è stato fatto il nome dell'ex assessore alla Protezione Civile Francesco Scidone. Lui ha replicato spiegando di non aver parlato con quel volontario e di sentirsi calunniato. Io, ribadisco, mi fido dei magistrati e, se ci sono colpe, anche Scidone ne risponderà. Però, proprio perchè è sotto tiro e non ha più alcun potere, ci tengo anche a dire che Scidone è l'unico che, in ogni emergenza, è stato in prima fila nel fango con gli stivali a scavare e a lavorare. Il che non lo esime, ovviamente, da eventuali colpe penali. Ma, comunque, credo che quando uno lavora gli vada sempre riconosciuto. Se sbaglia, poi, è giusto che paghi.
Insomma, vedremo come va avanti l'inchiesta. Ma, intanto, possiamo raccontare qualcosa che, su queste pagine, abbiamo raccontato prima di qualsiasi inchiesta. Prima che lo dicesse chiunque altro. E, addirittura, prima dell'alluvione.
Perchè il punto centrale è tutto lì. Perchè quel giorno le scuole di Genova sono rimaste aperte contro ogni logica? Perchè il Comune, nel pomeriggio (...)
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