«Io, paracadutato doc in Liguria»

«Se verrò eletto verrò più spesso a Genova. Pd e Pdl non hanno voluto cambiare la legge elettorale, che è ingiusta. Il territorio deve essere libero di esprimere un suo candidato per portare avanti le esigenze e risolvere i problemi del territorio. Sono capolista in Liguria con un certo imbarazzo perché non conosco bene il capoluogo e la Regione».
Il numero uno al Senato di Rivoluzione civile, il campano, ex Udeur e quindi dipietrista Aniello Di Nardo, sull'Ingroiellum è onesto e parla chiaro. Davanti alla piccola platea di elettori, che ieri lo hanno ascoltato alla sala Cap di via Albertazzi, ha voluto al suo fianco l'indagata Maruska Piredda, capogruppo regionale Idv «che non ha mai usato soldi pubblici per scopi privati» e che, dicono in sala, «se non ci fossero gli atti secretati, avrebbe già mostrato gli scontrini delle sue spese pubblicamente».
Se verrà eletto, l'odontoiatra di Sorrento forse prenderà casa a Genova e comincerà a gustare trenette al pesto e focaccia al formaggio. Ai compagni verdi e rossi, con i quali il suo leader di partito, Antonio Di Pietro, ha stretto l'alleanza pure in Liguria, promette che farà la lotta all'abusivismo edilizio e la battaglia per sviluppo e lavoro. Dice no all'alleanza con Beppe Grillo «anche se con lui si potrà dialogare su certi temi» perché «loro sono la protesta e noi siamo la proposta-protesta». E aggiunge il no assoluto a Monti.
«Sono stato attaccato anche dall'onorevole Gennaro Migliore di Sel - spiega Di Nardo - che mi ha definito favorevole al condono edilizio. Non è vero. Sono sempre stato contro qualunque condono. In Senato mi ero espresso a favore del territorio e dei cittadini campani, circa 60mila, che avevano già presentato richiesta di concessione del titolo edilizio in sanatoria nel 2003 e che avevano proceduto pure al pagamento dei relativi oneri, ma poi erano stati beffati da una legge regionale varata dalla giunta Bassolino. A queste persone, invece, doveva essere riconosciuto il diritto di beneficiare della sanatoria. Non ne avevo fatto una questione di condono, per cui sono stato sempre contrario, ma per l'appunto una questione di diritto perché tutti dobbiamo essere uguali davanti alla legge. La Corte Costituzionale aveva dato ragioni ai residenti e quindi ai campani bisognava riconoscere quel diritto precluso da Bassolino».
Dal condono al lavoro. «Ho sostenuto la proposta di rottamazione di 300 traghetti e continuerò a farlo in Parlamento - continua Di Nardo - per rilanciare la cantieristica. È un'idea che si può realizzare con fondi europei perchè quelle navi ormai sono obsolete e fuori dagli standard Ue. La Liguria e Genova in particolare, sono state fortemente penalizzate anche dallo smantellamento delle aziende ex Iri. Per il futuro della regione è prioritario salvaguardare il patrimonio industriale e il know how di aziende leader a livello mondiale come Fincantieri e Ansaldo Energia».

Di Nardo quindi si scaglia contro chi «se ne è andato dal partito per garantirsi una poltrona altrove».
«Il partito esiste ancora in Liguria - continua il senatore dipietrista - chi ha lasciato l'Italia dei Valori si è portato via qualche benefit».

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