Esattamente a un mese dall'incidente nel porto di Genova del 7 maggio, costato la vita a nove persone, l'inchiesta registra altri indagati e nuove accuse. Sono salite a cinque le persone iscritte nel registro degli indagati e sono state contestate nuove ipotesi di reato. Al comandante Roberto Paoloni e al pilota Antonio Anfossi, già indagati per omicidio colposo plurimo, si sono aggiunti il primo ufficiale della Jolly Nero Lorenzo Repetto e il terzo ufficiale Cristina Vaccaro, oltre alla società Ignazio Messina & C. nella persona del suo legale rappresentante Andrea Gais, presidente del consiglio di amministrazione.
Per Roberto Paoloni le ipotesi di reato, oltre a quello di omicidio colposo plurimo, sono attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni (Torre piloti e palazzina del molo Giano). Gli stessi reati sono ipotizzati anche per Anfossi e per il primo ufficiale Repetto. Paoloni è anche indagato per l'ipotesi di reato di falso per non avere annotato sul giornale di navigazione il non funzionamento del contagiri. Ieri è intervenuto il suo avvocato Romano Raimondo: «Paoloni sta superando un difficile momento psicologico e sarà presto a disposizione dei magistrati». Per Cristina Vaccaro è ipotizzato il solo reato di falso per non aver segnato sulla check list il non funzionamento di apparati di bordo. La società Ignazio Messina nella persona di Andrea Gais è iscritta sul registro degli indagati per responsabilità amministrativa dell'Ente derivante dal reato di omicidio colposo plurimo caratterizzato dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro a bordo delle navi.
La Procura di Genova ha in fase di notifica alcuni avvisi a comparire. La notizia è stata riferita dal procuratore capo Michele Di Lecce. Gli interrogatori dovrebbero iniziare la prossima settimana. Per quanto riguarda l'ipotesi di falso contestata, a vario titolo, al terzo ufficiale e al comandante della Jolly Nero, il procuratore capo Michele Di Lecce ha detto: «È l'ipotesi che viene fatta in questo momento. Si tratta di verificare la nostra ipotesi attraverso gli interrogatori che seguiranno agli avvisi a comparire». Di Lecce ha poi spiegato: «Al comandante, al pilota e al primo ufficiale vengono anche contestati la messa in pericolo della sicurezza della navigazione e il crollo della Torre piloti e dell'edificio di molo Giano. Siamo solo a un mese dal fatto. Questo è il risultato di una prima fase di indagini». «Quando arriverà la relazione dei nostri consulenti - ha aggiunto - e quando ci saranno gli approfondimenti derivanti dall'ascolto di alcuni documenti sonori e la visione di alcuni documenti cartacei potrebbe cambiare, arricchirsi o assottigliarsi il quadro delle ipotesi di reato».
E ad un mese dall'incidente è intervenuto anche l'Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco: «Soltanto stando insieme si può sopportare il dolore. Resta - ha aggiunto Bagnasco - la sofferenza delle famiglie che hanno perso i loro cari e la sofferenza dei loro compagni e colleghi di lavoro del porto e della capitaneria. Molti di loro erano presenti nel giorno del Corpus Domini.
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