La neve non ha fermato gli appassionati di Colombo

Nemmeno la nevicata è riuscita a fermare la passione per Cristoforo Colombo. L'altra settimana, nella sala consiliare della Provincia, con la città bloccata dai fiocchi, sono arrivati da molte parti della Liguria e anche da Napoli i relatori del convegno di studi colombiani organizzato dall'«International Committee for Christopher Columbus-Comitato Nazionale per Colombo», in collaborazione con l'Istituto di Studi sui Conti di Lavagna. «L'avventuroso quarto viaggio di Colombo» è stato il tema del convegno che ha affrontato uno dei viaggi successivi alla scoperta dell'America. Nel 1502, infatti, il grande navigatore salpò da Cadice con quattro navi per cercare uno stretto che collegasse Americhe e Indie, ed esplorò l'istmo centroamericano. «El alto viaje, il grande viaggio: così Cristoforo Colombo amava definire il suo quarto e ultimo viaggio di scoperta, il cui scopo era quello di trovare un ipotetico stretto che collegasse le terre nuove scoperte con le Indie», hanno detto gli organizzatori. La spedizione partì da Cadice il 9 maggio 1502, con quattro navi (la Capitana, la Gallega, la Santiago e Palos e la Vizcaina): durante il viaggio Colombo toccò quella parte di coste del continente americano che oggi fanno parte di Honduras, Nicaragua, Costarica e Panama, dove lasciò due navi, la Gallega e la Vizcaina, letteralmente mangiate dalle terenidi (molluschi bivalvi xilofagi), un problema non raro all'epoca, oggi eliminato dalle vernici protettive e repellenti. Un episodio del viaggio che l'Ammiraglio così rievocò in una lettera scritta da Giamaica ai reali di Spagna il 7 luglio 1503: «Partimmi in nome della Santa Trinità la notte di Pasqua con li navigli marci e muffolenti, tutti fatti pieni di buchi. Lassai uno, il più tristo, lì in Beleem, con assai cose: in Bel Porto feci il simile. Non mi rimasero salvo che due in stato delli altri, e senza barche, né provisione alcuna, per avere da passare sette mille miglia di mare e acqua; o morire in cammino io con il povero figlio, e fratello, e tanta gente».
L'avventurosa storia del quarto viaggio di Colombo, con una digressione su Bartolomeo Fieschi «delle Indie», è stata dibattuta a lungo dai relatori. Dopo il saluto del commissario straordinario della Provincia di Genova Piero Fossati, sono intervenuti Colette Dufour Bozzo, Bruno Aloi, Paola Presciuttini («La cartografia all'epoca di Cristoforo Colombo»), Alessandro Pellegrini («Istruzioni dei re cattolici a Cristoforo Colombo prima del quarto viaggio»), Silvestro Sannino («Aspetti nautici del IV° viaggio di Cristoforo Colmbo»), Aldo Agosto («Colombo e i Fieschi, nuovi dati e prospettive di ricerca»), Daniele Calcagno («Appunti per una biografia di Bartolomeo Fieschi “delle Indie”»), Marina Cavana («Genova nell'età del IV viaggio: il caso dei Fieschi»), Barbara Bernabò («Chiavari nell'età di Cristoforo Colombo e di Bartolomeo Fieschi “delle Indie”»).
Si è parlato anche di Bartolomeo Fieschi, detto «delle Indie» che partecipò quale comandante della nave Vizcaina abbandonata poi nelle odierne acque territoriali panamensi proprio a causa delle terenidi, molluschi che si mangiavano letteralmente la carena in legno delle navi. «Abbiamo avuto anche il piacere di ricevere un messaggio di saluto scritto da parte dell'avvocato Elvira Neslin Arce Mendizabal, già Console Generale del Panama a Napoli e attualmente in carriera diplomatica a Panama nonché Goodwill Ambassador del nostro comitato», ha raccontato Bruno Aloi. Si è parlato poi dell'ipotesi di recupero del relitto di quella che potrebbe essere la Vizcaina. «Inoltre siamo stati invitati a tenere a Panama la prossima sesta edizione del Premio Internazionale Cristoforo Colombo e il Mare assegnato recentemente a Villa Piantelli alla città di Genova quale luogo colombiano ed al Corpo delle Capitanerie di Porto per il settore mare», conclude Aloi.

Nonostante il tempo avverso erano presenti diversi studenti del Nautico San Giorgio di Genova accompagnati dal professore di navigazione, Maurizio Boddi, che hanno seguito attentamente le problematiche della navigazione di quei tempi.

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