Ora l’imperativo per la Samp è lavare l’onta subita a Crotone

Ora l’imperativo per la Samp è lavare l’onta subita a Crotone

(...) tutti e sempre in ruggente anticipo sull’avversario, tutti ad offrirsi al triangolo, a proporsi negli spazi in genere e sulle fasce laterali in particolare, a verticalizzare. Pochissimi gli errori (peccato che Rispoli non abbia piedi all’altezza della velocità), immediatamente riparati. Una prima frazione ancor più brillante di quella che valse a Gastaldello e compagni il promettente successo sulla Nocerina, seguita da una ripresa di sfruttamento del successo in confortante sicurezza, al contrario della sciatteria in cui si scadde, per fortuna senza conseguenze, nel secondo tempo anti campani. Ho finalmente apprezzato una squadra sufficientemente corta grazie alla difesa più alta, agli slanci di Laczko a sinistra, alla lucida e più rapida direzione di Obiang, al puntiglioso proporsi di Munari e Renan in appoggio a Juan Antonio e all’incontenibile Eder che resta all’asciutto ma si conferma geniale contribuente alla doppia cifra del rapace Pozzi. Quanto alla pregiata staffetta tra il pallido Don Juan (un gol nella sconfitta di Torino) e il tosto Foggia (4 gol e altrettante vittorie), pazienza se finora il migliore è sempre risultato il subentrante…
A 7 turni dalla conclusione della «regular season», 21 punti in palio, la Sampdoria dalla difesa pressoché ermetica - mister Iachini, «chapeau»! - è ormai giunta a 2 punti dal calante Padova e dal reattivo Varese che rispettivamente venerdì e lunedì prossimi ospiteranno Pescara e Grosseto. Imperativo categorico per i blucerchiati, sabato a Vicenza (ore 15,00): lavare l’onta di Crotone. Del digì Rinaldo Sagramola che da Palermo fa l’occhiolino ai Garrone che restano più che mai fedeli alla salvifica idea dello stadio di proprietà parleremo più in là. Ci avete fatto caso? Sia in B sia in A, in testa e in coda, si fa intanto frenetica la corsa all’ombrello in vista delle afflittive penalizzazioni da scommesse e/o pastette di cui nessuno sa niente di preciso ma tutti s’aspettano che cadano a pioggia, chissà se a fine giugno o a fine agosto. Nel dubbio ogni squadra, nessuna esclusa, ormai cerca i 3 punti sia in casa sia in trasferta nella speranza cautelare di riuscire a sorpassare in extremis qualcuna delle consorelle che stanno precedendola. In questa chiave, si è curiosi di verificare chi avrà involontariamente favorito non tanto lo slittamento di due partite di serie B (Albinoleffe-Empoli e Torino-Sassuolo) quanto l’intero 33° turno di serie A. Comunque si risolva la furibonda rissa dei recuperi, per quanto ci riguarda (Milan-Genoa sabato 21 e Genoa-Siena mercoledì 25, o viceversa?) non c’è peraltro dubbio che la prima partita «da vincere», affinché Marco Rossi e compagni possano scacciare l’inquietante «sindrome Sampdoria», resta quella contro il Siena. Se il Grifone riuscirà a salvarsi sul campo sarà comunque «grazie» al durissimo calendario finale del Lecce. Il che non è commendevole e chiama a rapporto il presidente che molto ha sbagliato - come lui stesso ammette - nelle due ultime stagioni sportive. Ogniqualvolta mi sente ripetere che Preziosi è uno degli uomini mercato più competenti del calcio italiano, il mio amico Ginetto, genoano matto e gran competente, così mi rimbecca: «In realtà lui pesca a strascico, raccogliendo in ogni singola retata una quindicina di scarti in aggiunta a tre o quattro autentici talenti e altrettanti elementi passabili. A parte la sequenza degli allenatori che ha ceffato, non dimentico i cento bidoni presi da Preziosi a petto di una trentina tra campioni rifiniti e giovani talenti garantiti: quelli che purtroppo non ci fa vedere nel Genoa preferendo monetizzarli d’acchito. L’esatto contrario di ciò che fanno a Udine i Pozzo, con ben altro rispetto sia per la squadra che non ha il nostro blasone sia per la tifoseria largamente imparagonabile alla nostra».

Beh, mettiamola freddamente così: non è escluso che, sapendo di non poter competere per la Champions se non a rischio di lasciarci le penne e sprezzando l’Europa League che comporta sofferenze prive di ricompensa, Preziosi si lasci coinvolgere dal mercato al punto da relegare talvolta in secondo piano l’orgoglio sportivo a pro del Grifone e dei tifosi. Però chissà che stavolta, messo oltretutto personalmente sul chi vive dallo stress eccessivo, il presidente non decida di cambiare registro, operando con minor frenesia a pro di maggiore stabilità.

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