Quanti «Alè Doria». Solo per svegliare il sindaco?

Quanti «Alè Doria». Solo per svegliare il sindaco?

Il marchese Roberto Clavarino deve aver stappato champagne, domenica sera, per il suo compleanno (età apprezzabile) che ha coinciso splendidamente con la bella, insperata vittoria dei suoi colori. Si saranno inebriati di champagne sicuramente Marco Semino (è volato al cielo il suo elegante sigaro al terzo gol di Icardi), il vicepresidente Fabrizio Parodi (scomparso nella sua coppola chic, di cachemire), la bionda e tesissima Monica Mondini (la immancabile vicina di poltrona del Marchese). Insomma una gran festa, anche per l'impaurito Edoardo Garrone scappato nell'intervallo nello spogliatoio, e per il fratello «cinese» Vittorio.
Sindaco C'era il nostro amato Sindaco. È stata davvero la serata dei «Doria», solo Doria, bisogna dirlo. Il Sindaco sportivamente è arrivato in anticipo, ha avuto saluti e abbracci dai dirigenti blucerchiati, poi ha dovuto «subire» una fittissima e asfissiante «assistenza» del genoano Guerello suo presidente del Consiglio Comunale. Per questo, forse, appariva lievemente frastornato, sicuramente un po' isolato in mezzo a gente sconosciuta. Comunque un bel gesto il suo, nonostante la fede juventina. «Alè Doria» gridavano tutti e non si capiva bene se erano inviti al Sindaco per svegliarsi in quel di Tursi, o rivolti alla squadra. Comunque...
Donne È stata una bella lotta al femminile: su un versante la bionda Wanda Nara, con al fianco il suo consorte con stampelle («È rientrato nei... ranghi» diceva il bello spirito), dall'altra la dolcissima e sempre più sexy, Alessia Merz, con il suo Fabio Bazzani. Hanno polarizzato l'attenzione della tribuna per tutta la serata. Bazzani ha detto: «Che bei ricordi, ho vinto tre derby su tre. Una partita unica». Unica era anche lei, Alessia in quegli anni ruggenti.
Ritorni Si erano dati appuntamento tutti gli ex blucerchiati, quasi sentissero il bisogno di tirar fuori la loro «Samp» dal terribile tunnel di sconfitte. C'era persino Bertani, c'era Flachi e quell'indimenticabile Trevor Francis e poi Scanziani, Fiorillo, Lanna. Al centro della tribuna non mancava Vittorio Malacalza («Sto a metà, tra genoani e sampdoriani»), berretto da yacht-man, sigaro e sorriso smagliante (più all'inizio che alla fine). E c'era anche lui, Franco Ardoino, prima nascosto in un cappellaccio, scatenato, con sciarpa al vento e cappello in aria.
Battute Vittorio De Scalzi, che per la prima volta, non ha perso la voce ridacchia: «Alla fine ho telefonato al mio amico genoano Baccini. Ma aveva spento il telefonino...». Dice un intellettuale, letterato, dopo l'autorete del terzino genoano: «T'amo, pio Bovo...».

E conclude lo show man, Andrea Gallo, finalmente con una battuta non politica: «Mi hanno chiesto perché sono genoano. Ma perché sono il prete degli ultimi!!!». Bravo Don Andrea Prezzemolo, così ci piaci: più vicino a Boriello che a Vendola.

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