La rivolta del Ducale, un regalo di Viscardi a Doria

La rivolta del Ducale, un regalo di Viscardi a Doria

Durante la campagna elettorale lo ha sempre definito il nemico numero 1, quello da battere, quello che al ballottaggio stiamo dove non sarà Doria. Invece, l’altra sera a palazzo Ducale, fermando il confronto tra quelli che sono considerati i sei candidati sindaco più accreditati per Genova, Giuseppe Viscardi e i supporter di Gente Comune e Mil hanno giocato di sponda proprio per il candidato del centrosinistra quello che nei dibattiti esce sempre ridimensionato e che nell’ultimo e più gettonato confronto avrebbe potuto subire il colpo decisivo per spostare voti a favore di altri candidati spalancando le porte ad un ballottaggio sempre più probabile. Ad attaccare Doria e le prese di posizione del Pd è Roberto Delogu del partito Comunista: «Non ci risulta che Giovanni Lunardon e Lorenzo Basso prendano posizione contro le violenze subite dai lavoratori».
Ieri Primocanale ha parlato di «atto inqulificabile che ha impedito di svolgere la nostra attività di informazione e lede la dignità dell’azienda», sottolineando che i principi di pluralità sono stati seguiti. Al trambusto del Ducale ha partecipato anche Armando Siri del Pin con i suoi sostenitori mentre a prendere le distanze tra i candidati minori c’è Simonetta Saveri: «Primavera Politica prende le distanze da quanto accaduto e condanna severamente tali comportamenti violenti che hanno solamente riacceso una polemica sterile risolta e discussa ampiamente in altre circostanze». Anche Marco Doria è voluto intervenire spiegando la gravità dell’episodio: «È inaccettabile che un pubblico confronto venga impedito e che la legittima manifestazione del dissenso travalichi i limiti dell’educazione e del rispetto delle posizioni altrui» scrive in un comunicato lo staff del candidato del centrosinistra.
Ad entrare a gamba tesa contro la manifestazione di protesta attuata da Gente Comune, Mil e Pin anche Liguria Moderata con il suo presidente Andrea Cambiaso che considera quella di mercoledì sera una doppia sconfitta per la democrazia: «In primo luogo, quella compiuta dall’organizzazione nel discriminare le liste da rappresentare utilizzando criteri, a nostro avviso , scarsamente democratici ma puramente dettati dal supposto peso elettorale - spiega il presidente di Liguria Moderata che sostiene Pierluigi Vinai sindaco-.

La seconda ed altrettanto grave profanazione è stata perpetrata da un “gruppetto” che in nome della democrazia ha voluto visibilità per se stesso. Ribadiamo per questo ed ancora una volta di essere la “sola vera Civica” per senso di responsabilità e rispetto della comunità cittadina».

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