Sarzana, il fortino rosso avverte il Pd e premia il candidato renziano

Guai a parlargli di «retrocessione». Alessio Cavarra per fare il nuovo sindaco di Sarzana dovrà lasciare la poltrona da consigliere regionale in via Fieschi, dove era stato eletto nel 2010 nelle liste Pd. Un passo indietro? Neanche a parlarne. «Per chi fa politica credo che fare il sindaco del proprio comune sia la massima aspirazione. Almeno, per me è così - commenta soddisfatto il voto appena concluso -. In Regione ho fatto un'ottima esperienza e questa senza dubbio mi servirà per fare meglio il sindaco». Cavarra conferma la tradizione rossa del più importante comune dello Spezzino, e lo fa con un perentorio 67 per cento (ma il dato non è definitivo per ritardi negli scrutini) che non ha mai lasciato speranze agli avversari. «Fino a che non sono stati resi noti i risultati c'era chi pensava alla possibilità di un ballottaggio - ammette il neo sindaco -. Pur con tutta la scaramanzia del caso, io non ho mai avuto dubbi di farcela alla prima». Alessio Cavarra vuole anche «leggere» nella sua affermazione anche un importante messaggio al Pd, visto che lui stesso rappresenta l'anima renziana. Il risultato però viene analizzato sotto un'altra luce da Sara Frassini, la rappresentante del centrodestra, che va poco oltre il 18 per cento: «A vincere è stato l'astensionismo. Analizzando il numero di coloro che non sono andati a votare e la distribuzione dei voti validi, in pratica Cavarra è stato scelto da un sarzanese su 4».

Con una partecipazione arrivata appena al 57 per cento, i cittadini che si sono espressi per il consigliere regionale sono forse qualcuno in più, ma certo nessuno dei candidati è stato capace di infiammare i cuori. Peggio di tutti ha fatto il candidato grillino che si ferma a poco più del 13 per cento.

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