Insomma, caro dottor Lussana, il marchese Doria ha avuto buon gioco ed è il nuovo primo cittadino. Congratuliamoci con lui e speriamo vivamente voglia rappresentare tutti i cittadini di questa sfortunata, bellissima città. Però non abbiamo perduto le amministrative per colpa di Doria. Il demerito, per la cocente disfatta, è solamente nostro, anche se trovassimo un capro espiatorio su cui scaricare le nostre colpevoli negligenze, la sconfitta rimarrebbe sempre bruciante.
Lecchiamoci le ferite, dunque, e rimettiamoci al lavoro. Tra non molto dovremo confrontarci con elezioni molto più importanti e non possiamo arrivarvi in queste condizioni.
Non è necessario essere persona di partito per capire che al Pdl occorre una severa sferzata di nuova energia anche se, attualmente, non esiste qualcuno con il carisma di Berlusconi. Era lui che teneva unito il Popolo della Libertà.
La base seguiva il Cavaliere perché il Berlusca sapeva infondere lo spirito di appartenenza necessario ad aggregare ed affratellare chi lo seguiva e, per moltissimi di noi, sin dalla sua discesa in politica. Noi non abbiamo chiesto al Cav un «passo indietro» e chi si è permesso di pretenderlo (tramando alle sue e nostre spalle), adesso è troppo occupato a mantenere seggiolini, seggiole e privilegi (che la «costituzione più bella del mondo» concede lautamente ai politicanti di carriera) per interessarsi del Pdl.
Uniamoci, ancora una volta, e dimostriamo che sappiamo conservare lo spirito di aggregazione. Non distruggiamo ciò che il Berlusca ha creato. Il Pdl siamo noi.
Un caro saluto a lei, dottor Lussana, e alla sua Redazione (con la erre maiuscola). Ci vediamo il 28.
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