La storia di Genova attraverso i segreti delle sue case chiuse

Si scandalizzano tutti all'idea che possano esistere ancora. Eppure poi tutti ne parlano mettendone in evidenza l'aspetto fascinoso che avevano e che sembrano avere tuttora. Le «case chiuse», gli antichi bordelli, le case di prostituzione diventano ancora una volta protagoniste della cultura. Questa volta, a proporre un itinerario che si svolge tra alcune di quelle che erano le zone «a luci rosse» della città, dal Medioevo fino all'abolizione, che avvenne nel 1958, è l'associazione «Genova Cultura».
Tra piazze nascoste, oscuri caruggi e palazzi nobiliari alla scoperta della Genova proibita, gli organizzatori sveleranno ai partecipanti i segreti intriganti, piccanti e divertenti episodi che vedono protagoniste le «signorine» indimenticabili di alcune delle case chiuse della Superba. L'appuntamento è per sabato 6 ottobre alle 15. Il tour, della durata di circa un'ora e mezza, prevede la riscoperta di alcuni bordelli storici. Nella zona di Galleria Mazzini c'era il «Suprema», in assoluto la casa chiusa più chic della città.

Via Garibaldi: Prima di diventare la lussuosa «Strada Nuova» a metà del ‘500, era sede del bordello pubblico Via Maddalena e Piazza Lepre: dove si trovava il famoso «Lepre», molto in voga nel ventennio, era infatti il prediletto dai gerarchi fascisti, che venivano accolti dalla portinaia «Dolly» con il saluto romano; Vico Castagna – il “Castagna”, il più amato dagli studenti; Porta Soprana – alcuni delle case più a buon prezzo, come il Sommergibile, erano qua nei dintorni.

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