Teardo c’è, Barci, Banti e Gadolla no

(...) Come un contributo economico. Insomma, una bella sfida, che Massimiliano Lussana rilanciò. A tal punto che il presidente del consiglio regionale della Liguria, Rosario Monteleone l’accettò senza pensarci nemmeno un istante. E dopo aver invitato tutti i consiglieri e gli assessori esterni a versare mille euro ciascuno per gli alluvionati, cosa che hanno fatto, scrisse una lettera agli ex perché anche loro partecipassero al dramma che Genova stava vivendo. Versando il 10 per cento sul netto del loro vitalizio. Il dieci per cento sul netto, una richiesta parsimoniosa, mica il vitalizio per intero.
E qui veniamo al punto e alle sorprese. Perché nell’elenco dei 128 ex della Regione Liguria con vitalizio, tra chi ha accolto quest’invito senza troppi indugi, compare il nome di Alberto Teardo, arrestato nel 1983 poco prima di varcare la soglia del Parlamento, alla vigilia delle elezioni politiche che con ogni probabilità lo avrebbero portato alla segreteria del vecchio Psi. Lui, Teardo allora era il presidente uscente della Regione Liguria, e divenne suo malgrado il primo protagonista di un caso pre-tangentopoli. Ma le cose cambiano evidentemente, e le esperienze segnano, sono ferite così scottanti che Teardo chiamato in causa, apre il portafogli e versa il proprio contributo.
Cosa che invece non fanno in tanti, a partire da un altro ex consigliere della Regione, Gianni Barci, fresco di investitura come coordinatore metropolitano del Pdl. Ma non è mica l’unico degli «avari», l’elenco è lungo, lunghissimo.
Egidio Banti, ex parlamentare, iscritto prima alla Dc, poi al Ppi, quindi alla Margherita, partito con il quale viene eletto nella camera dei Deputati nel 2001, e al Pd. Poi approda all’Udc. Nel 2009 diventa sindaco di Maissana (La Spezia), con la lista civica «Insieme per Maissana - territorio e sviluppo». Numero delle pensioni: tre. Quella del suo lavoro, quella da ex consigliere regionale e quella da ex parlamentare. Contributo per gli alluvionati: zero. Zero anche per Rosavio Bellasio, ex assessore alla Sanità della Regione Liguria, candidato alle ultime elezioni regionali con il Pdl e ora approdato nell’Udc.
Zero pure per Ubaldo Benvenuti, il «presidente lampo», numero uno di Iren Acqua e Gas indicato nell’ottobre 2010 dal sindaco Marta Vincenzi, che lasciò la presidenza dopo soli sette mesi di mandato. Storico dirigente Pci, Pds, Pd, e consigliere regionale per due legislature, Benvenuti si dimise dall’incarico per «un problema di titolo pensionistico», spiegò in un’intervista a maggio 2011 al Secolo XIX. Numero delle pensioni: due, una come dirigente di partito, l’altra come ex consigliere regionale.
Sandro Bertagna, ex sindaco Pci a La Spezia, Franco Bertolani, ex assessore alla sanità ligure, dirigente del Comune di Sarzana, nominato nel 2007 fra i componenti della «Commissione Ministeriale per le cure primarie e l’integrazione socio-sanitaria» dall’allora ministro della salute Livia Turco.
Ines Boffardi, ex deputata, ex Dc, ex militante nelle Squadre di Azione Patriottiche. Danilo Bonamigo, Angela Bracco, Giovanni Canessa, Giacomo Francesca Casassa, Anna Castellano, ex consigliere comunale ad Imperia, ex amministratore delegato della Palazzo Ducale Spa, ex assessore alla Comunicazione e Promozione della Città, Spettacolo, Statistica, Comunicazione e Promozione della Città, Capitale Europea 2004 del Comune di Genova. Contributo per gli alluvionati: zero per tutti. Valeria Cavallo, Geniuccio Chierico, Luigi Collecchia, Eraldo Crespi. Luciano De Michelis, ex presidente della Provincia di Imperia con la Dc. Francesco De Simone, segretario provinciale dell’Idv. Laura Fassone, Angela Fiorini. Gianfranco Gadolla, costruttore, ex coordinatore metropolitano del Pdl che lasciò immediatamente l’incarico nel settembre del 2010 dopo un colloquio con Italo Bocchino per diventare il coordinatore cittadino di Fli.

Per ognuno di loro, il contributo agli alluvionati è stato zero. Come detto, può darsi che l’abbiano fatto ieri o chissà stamani ancor prima di leggere il «Giornale». Ce lo auguriamo di cuore. Ma l’elenco è ancora molto lungo. Domani si continua.
(1- continua)

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