Le istituzioni continuano a tacere. Nemmeno una riga dalla «città dei diritti» per commentare l'incredibile condanna a quattordici mesi di carcere nei confronti di Alessandro Sallusti per un articolo che non ha scritto. Nessun commento nemmeno da Marco Doria (a proposito, la nostra massima solidarietà, sincera e senza retorica, al sindaco per gli schiaffi presi in mezzo alla strada, dove si muove sempre a piedi e senza scorta, dando una lezione a tanta gente che non fa un passo senza il codazzo). Eppure, Doria - non più tardi di quattro giorni fa - aveva trovato tempo e modo per solidarizzare giustamente con il pm Antonio Ingroia che era stato minacciato.
Ieri, quantomeno, dopo i lettori, si è mossa almeno un po' anche la politica. Oddio, nessun parlamentare, quello sarebbe chiedere troppo. Ma, perlomeno, si è fatto sentire un po' il centrodestra: Giacomo Gatti, Gianluca Fois e Fausto Benvenuto, esponenti pidiellini di cui potete leggere gli interventi in queste pagine, e poi Andrea Cambiaso ed Alberto Clavarino di Liguria Moderata, tanto appassionati della libertà da fare commenti poco moderati. Ma di cui li ringraziamo per l'affetto e il calore nei confronti di Alessandro e del Giornale. E poi - dopo Gianni Plinio, Raffaella Della Bianca, Enrico Cimaschi e decine e decine di lettori - si fa sentire il gruppo Pdl in Regione. E lo fa nel modo migliore, con un'iniziativa del capogruppo Matteo Rosso e di Roberto Bagnasco, due consiglieri che hanno sempre lottato duramente per le loro idee e che, proprio su iniziativa dell'ex sindaco di Rapallo, organizzeranno un convegno per trasformare Genova e la Liguria in capitali della libertà di stampa. Rosso e Bagnasco, galantuomini della politica, parlano praticamente all'unisono e la loro sintonia è tale che il secondo delega al primo l'intervista: «Matteo ed io la pensiamo esattamente allo stesso modo».
Vi abbiamo criticato per il silenzio della politica ligure sul caso Sallusti. Silenzio che, peraltro, nel caso delle istituzioni e dei parlamentari continua incredibilmente. Dove eravate fino ad ora? (...)
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