Politica

Ghedini: "Una catena di montaggio di bugie per minare la leadership del premier"

Niccolò Ghedini non ha dubbi: l'onda mediatico-gossippara che dall'Italia e dall'estero arriva al premier non è certo casuale

Roma - «Se non è un piano coordinato, è qualcosa di molto singolare e particolare, e anche la tempistica fa riflettere». Niccolò Ghedini non ha dubbi. L’onda mediatico-gossippara che dall’Italia e dall’estero punta al premier Silvio Berlusconi, alla vigilia dell’inizio dei lavori del G8, non è certamente casuale. E la dura nota di Palazzo Chigi, che due giorni fa parlava di «attacco concertato» e di «morbosa campagna stampa» dopo la notizia che il Sunday Times starebbe per pubblicare altre foto di Villa Certosa, secondo l’avvocato-deputato del Pdl ha centrato il punto.

Siamo di fronte a una precisa strategia per delegittimare Berlusconi?
«Di fronte a un presidente del Consiglio che a differenza di altri premier in Europa ha un consenso personale elevatissimo, e nei cui confronti argomenti politici per contrastarlo non ce ne sono, sembra proprio che ci sia una strategia combinata. Che in Italia vede una certa stampa sostituirsi nel ruolo all’opposizione, che sembra non avere argomenti, e all’estero vede gli stessi contenuti ripresi e rilanciati, con lo scopo di indebolire il ruolo dell’Italia nella comunità internazionale. Il tutto, però, fatto con argomenti che sono essenzialmente frutto di pettegolezzo, basti pensare alle presunte intercettazioni compromettenti tra il premier e il ministro Carfagna, inventate da un giornale argentino, fatte da un ragazzo che ha poi confessato di averle falsificate».

Cambiano gli strumenti di lotta politica?
«L’opposizione ora non viene fatta su argomenti di natura politica, ma solo su uno stillicidio di pettegolezzi».

Non è una novità. Il falso scoop del «Clarin» è di quasi un anno fa.
«Vero, non è una novità. Ma ora quel sistema viene applicato su scala industriale, ci troviamo di fronte a una sorta di catena di montaggio. Non passa giorno che non salti fuori una vicenda nuova che riguarda il premier. Vicenda poi smentita, ma che intanto ha prodotto i suoi effetti. Come la storia dei voli di Stato».

Che è finita archiviata.
«Ovviamente, era l’unica conclusione possibile. Intanto però i giornali hanno portato avanti di giorno in giorno questa vicenda, con grave danno di immagine non solo per Berlusconi, ma per l’Italia. E meno male che gli italiani, almeno, sono più intelligenti di chi fa questi tentativi e capiscono che sono strumentali, ma intanto il danno è fatto».

La «strategia combinata» sottintende un legame tra stampa italiana e stampa estera?
«All’estero ci si limita a prendere ciò che si legge sui giornali di opposizione italiani e a ripubblicarlo. Talvolta rielaborando malamente, come il corrispondente italiano del Times che ha scambiato Dio con Berlusconi. La stampa estera sembra voler indebolire il ruolo del premier perché sa che ha possibilità di leadership nell’Unione europea, e questo ruolo non va giù al centrosinistra europeo. E ad alcuni poteri economici forti».

Come Murdoch?
«So che Murdoch è persona di grandi pregi e di grande livello, non so se si occupi direttamente di queste vicende o se non sia invece il suo management che fa politica autonoma contro Berlusconi».

Se nei prossimi giorni salta fuori qualcosa cosa succede?
«Il premier è tranquillo e sereno, anche se ovviamente infastidito. Sa perfettamente che foto non ne possono uscire, a meno che non siano fotomontaggi.

Ma chi si presta a questo tipo di operazioni ne risponderà nelle sedi opportune».

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