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Giù le immatricolazioni in Italia: meno 7,5% nel mese di aprile

Il mese di marzo, con 214mila immatricolazioni e un incremento dello 0,24% delle vendite di auto rispetto al 2008, aveva interrotto una serie negativa che durava da 14 mesi e, di conseguenza, aveva fatto ben sperare. Ieri, i dati di aprile diffusi dal ministero dei Trasporti, sono stati una doccia fredda: in Italia si sono vendute «solo» 188.406 vetture, con un calo del 7,53% sullo stesso mese dello scorso anno. Su questo risultato hanno pesato vari fattori oggettivi, ma da un punto di vista patriottico va sottolineato che la quota dell’intero gruppo Fiat è aumentata significativamente e che nella top ten dei modelli più venduti sei su dieci sono Fiat e Lancia: il primo modello straniero si conferma la Ford Fiesta.
Il gruppo torinese, con oltre 66mila auto vendute, segna un progresso dell’1,6% e sale al 35,2% del mercato. Dati che, raffrontati con l’andamento generale, sono ancora più significativi. La bella stagione Fiat è confermata dai dati francesi, dove il gruppo aumenta i propri volumi dello 0,4% contro un mercato che in aprile ha perso oltre il 7%. In Italia appaiono in forte crescita anche le vendite di Ford che, con 19.647 vetture immatricolate in aprile, ha aumentato la propria quota, rispetto allo scorso anno, dal 6,98% al 10,48%. Exploit di Audi, che ha registrato un incremento del 23 per cento. Il calo del mercato che, pur temuto, non era affatto scontato dopo il risultato di marzo, è dovuto a fattori di calendario, industriali e di politica industriale, analizzati in maniera concorde dalle associazioni dei fabbricanti italiani (Anfia), stranieri (Unrae) e dal Centro studi Promotor. Nell’aprile del 2009, rispetto allo stesso mese del 2008, c’è stata una giornata lavorativa in meno (due se si considerano anche i sabati, lavorativi per i concessionari) e la Pasqua, che lo scorso anno cadeva in marzo, può aver determinato un rallentamento dell’attività. Dal punto di vista industriale, per quanto le fabbriche abbiano adottato misure per adeguarsi al mercato, la domanda è risultata superiore all’offerta grazie agli stimoli esercitati dalle misure d’incentivazione varate dal governo. Le case non sono riuscite a far fronte alle ordinazioni anche perché sia Germania che Francia, gli altri due grandi mercati europei, hanno spinto sull’acceleratore degli incentivi.
Ma è proprio su questo punto che sono state sollevate le critiche dei costruttori: le norme varate dal governo in Italia sono rivolte agli «ecomodelli», soprattutto di piccola-media cilindrata e ai clienti privati. In tutto, solo il 23% dell’offerta. Da qui la richiesta dei produttori alle autorità di adottare misure meno specifiche, sulla linea tedesca: in Germania infatti gli incentivi sono rivolti a tutti i segmenti, nessuno escluso. Si lamenta anche il diverso trattamento fiscale cui sono sottoposte le auto aziendali: «Questa sarebbe l’occasione per portare la fiscalità sulle flotte in linea con la media europea», sostiene il presidente dell’Unrae, Salvatore Pistola. Anche i concessionari di Federaicpa, per bocca del presidente Vincenzo Malagò, sono preoccupati: «I dati diffusi mostrano che la fase critica del mercato auto non è superata. Gli incentivi producono effetti positivi ma insufficienti per un recupero completo di tutto il mercato di auto nuove». Va, a questo proposito, ricordato che è sempre a picco il mercato delle auto usate, che in aprile ha registrato un meno 17,3%, dato ovviamente influenzato dagli incentivi sulle auto nuove. Elemento d’ottimismo: secondo Anfia e Unrae la raccolta ordini di aprile ha registrato un incremento del 13%, con 216mila prenotazioni.

L’auspicio è che i contratti si trasformino in vendite.

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