Mercoledì a Milano è cominciata l’era della gerbera. Pianta erbacea della famiglia delle asteraceae che nella sua varietà arancione è diventata il marchio doc della «sberla» appioppata da Giuliano Pisapia al centrodestra. Uno tsunami che dopo aver travolto gli scranni del consiglio comunale, ora proseguirà con le nomine di vicesindaco e assessori. E poi consulenti, presidenti e consiglieri di società controllate, partecipate, enti, fondazioni. Per non parlare del piano di governo del territorio che rischia di essere stravolto. In città c’è preoccupazione perché va bene la politica, ma business is business. Gli affari sono affari, soprattutto quando si tratta di poltrona e portafoglio. Perché Pisapia non sarà un pericoloso estremista pronto a dar l’assalto al capitale altrui, ma non c’è dubbio che abbia vinto a capo di una variegata coalizione che ha un solo comune denominatore: non prender palla a Milano da quasi vent’anni. Facile da prevedere, dunque, l’assalto all’isola del tesoro di una sinistra che proprio in questo troverà il collante per restare al potere a ogni costo. All’americana lo chiamano spoil system, più semplicemente è un prego s’accomodi che in tanti si sentiranno rivolgere. La «forza gentile» promette di attendere la scadenza dei contratti. Ma i destinatari son già corsi ai ripari.
Come altrimenti spiegare la mail inviata a Pisapia, e pubblicata per ampi stralci dal Corriere della sera, da Elio Catania, il presidente e amministratore delegato di Atm? Un morattiano di ferro, tanto che alcuni consulenti della comunicazione Atm sono stati distaccati al quartier generale della campagna elettorale di lady Letizia. Un impegno non sufficiente, tanto che è lo stesso Catania a doversi complimentare con Pisapia per la «netta vittoria». Il suo nome, infatti, è il primo a circolare per l’annunciata notte dei lunghi coltelli con cui la sinistra decapiterà i boiardi comunali. Ecco allora Catania pronto a presentarsi come «tecnico dei trasporti» senza tessere di partito, a parlare di «nuova alleanza» e proporre la sua collaborazione, certo che «sarà data una centralità ancora più forte al trasporto pubblico».
«Pronto a lavorare insieme se la sinistra illuminata non fermerà lo sviluppo», come spiegava ieri a Repubblica, anche Manfredi Catella, ad di Hines e artefice del mega progetto di Porta nuova. Un big degli immobiliaristi, altra categoria piuttosto preoccupata dal vento arancione. Nessuno aveva previsto la sconfitta e ora bisogna evitare il contropiede. «Pisapia si è presentato con un programma aperto e illuminato e non dubito che gli sarà fedele». Nessun problema, assicura Catella, perché «su Expo dice cose ragionevoli e per il Pgt parla di miglioramento». La Moratti? Già scaricata. «Ha perso perché ha passato la campagna elettorale a stigmatizzare i fantasmi di certa sinistra di una volta».
Altra partita è quella per la presidenza del consiglio comunale. Ruolo di prestigio ricoperto con sapienza ed equilibrio da Manfredi Palmeri. Eletto in quota Pdl, ma rimasto sullo scranno anche dopo il passaggio tra i «futuristi» finiani. Niente dimissioni.
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